Il Regno Unito ha approvato l’apertura della prima miniera di carbone, dopo oltre 30 anni. Una netta virata dopo la campagna COP26 di Glasgow il cui obiettivo era “consegnare il carbone alla storia“. La decisione è stata condannata dagli ambientalisti, e additata come un salto indietro nella lotta contro il cambiamento climatico.
Il governo ha anche revocato il divieto di costruire nuovi parchi eolici onshore in Gran Bretagna. Gli oppositori hanno definito l’annuncio un cinico tentativo di compensare le critiche alla decisione della miniera. Il ministro Michael Gove ha deciso che la miniera nell’area della Cumbria, nel nord-ovest dell’Inghilterra, avrebbe “un effetto complessivamente neutro sul cambiamento climatico ed è quindi coerente con le politiche del governo per affrontare la sfida del cambiamento climatico“.
Il carbone della miniera verrà utilizzato per produrre acciaio, sostituendo il carbone importato, oltre che per la produzione di energia. La miniera estrarrà carbone da coke, il tipo utilizzato nella produzione dell’acciaio, da sotto il Mare d’Irlanda e lo trasformerà nel sito di un impianto chimico chiuso a Whitehaven, una città a 550 chilometri a nord-ovest di Londra.
Pro e contro
I sostenitori affermano che la miniera porterà posti di lavoro tanto necessari in un’area duramente colpita dalla chiusura di miniere e fabbriche negli ultimi decenni. Gli oppositori, invece, affermano che la miniera è un duro colpo per lo status del Regno Unito, fino ad ora leader mondiale nella sostituzione dei combustibili fossili inquinanti con energia rinnovabile pulita. Sostengono inoltre che minerà gli sforzi globali per eliminare gradualmente il carbone. Renderà poi più difficile per la Gran Bretagna raggiungere i suoi obiettivi di generare il 100% di elettricità da fonti energetiche pulite entro il 2035 e raggiungere zero emissioni nette di carbonio entro il 2050.
Le reazioni dopo l’annuncio della nuova miniera di carbone
John Gummer, un politico conservatore che dirige il Climate Change Committee, un organo consultivo del governo, ha affermato che la decisione “invia un segnale completamente sbagliato ad altri paesi sulle priorità climatiche del Regno Unito“.
Doug Parr, direttore delle politiche di Greenpeace UK, ha affermato che “il governo del Regno Unito rischia di diventare una superpotenza nell’ipocrisia climatica piuttosto che nella leadership climatica. Come possiamo aspettarci che altri paesi limitino l’estrazione di combustibili fossili quando stiamo costruendo nuove miniere di carbone qui?“.
La guerra e la crisi energetica
La Gran Bretagna ha adottato misure per rafforzare il proprio approvvigionamento energetico interno da quando l’invasione russa dell’Ucraina ha fatto impennare i prezzi del petrolio e del gas. Il Regno Unito importa poco petrolio o gas russo. Il suo mercato dell’energia poco regolamentato, però, lascia i clienti altamente esposti alle fluttuazioni dei prezzi.
Molte case e aziende hanno visto le bollette raddoppiare o triplicare nell’ultimo anno. Solo il tetto massimo del prezzo del governo, che dovrebbe scadere ad aprile, ha impedito aumenti ancora più duri.
La decisione sulla miniera è arrivata il giorno dopo che il primo ministro Rishi Sunak ha revocato il divieto di costruire nuovi parchi eolici sul suolo britannico. L’eolico ha prodotto più di un quarto dell’elettricità del Regno Unito nel 2021. Dal 2015, però, il governo conservatore si è opposto a nuove turbine eoliche a terra a causa dell’opposizione locale. La maggior parte dei parchi eolici della Gran Bretagna sono in mare.