Russia annuncia importante taglio della produzione del petrolio: prezzi nuovamente in aumento

E' bastato l'annuncio della Russia che ha espresso l'intenzione di tagliare la produzione del petrolio ad inizio 2023 per invertire l'andamento dei prezzi e determinare una nuova risalita
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La Russia potrebbe tagliare la produzione di petrolio di 500-700.000 barili al giorno a inizio 2023 in risposta all’introduzione da parte di Ue, G7 e Australia di un tetto al prezzo del greggio russo. Lo ha detto il vice primo ministro russo Alexander Novac: “All’inizio del prossimo anno, potremmo fare una riduzione di 500-700.000 barili al giorno, per noi è intorno al 5-7%“, ha affermato. A inizio dicembre è stato deciso da Ue, G7 e Australia un prezzo massimo di 60 dollari Usa per il greggio russo trasportato via mare; oltre questo tetto è vietato alle imprese fornire servizi che consentano il trasporto marittimo. Pochi giorni dopo questo accordo, il presidente Vladimir Putin ha minacciato l’Occidente di “tagliare la produzione” di petrolio russo “se necessario”, denunciando una “decisione stupida”.

L’effetto del taglio della produzione sarebbe un importante aumento dei prezzi, che già oggi sono in netta risalita. I futures del greggio Wti sono scambiati a 79,72 dollari al barile (+2,85% rispetto all’ultimo dato di ieri), quelli del Brent a 83,61 dollari al barile (+3,25%). Un altro importante aumento del prezzo del petrolio determinerebbe un ulteriore boom dell’inflazione, minando le fondamenta dell’economia occidentale.

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