“La recente Conferenza Ministeriale ESA di Parigi ha deciso gli stanziamenti per il prossimo triennio, rafforzando il ruolo di leadership dell’Italia in questo settore strategico, dico rafforzando e quindi smentendo le previsioni della vigilia. Nel plafond complessivo di quasi 17 miliardi di euro, l’Italia se ne assume 3 a pochissima distanza dalla Francia e non lontana dai 4 garantiti alla Germania e il documento da noi sottoscritto ha indirizzato la politica spaziale europea. Il documento è stato sottoscritto dai Ministri dei tre grandi Paesi spaziali europei”. Lo ha detto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante il question time in Senato.
“Tali stanziamenti consentiranno la continuazione dei programmi sui lanciatori europei, sui servizi orbitali e sui servizi a terra. Di rilievo, altresì, i finanziamenti previsti per la ricerca scientifica e tecnologica e per iniziative di collaborazione bilaterale con gli Stati Uniti per il ritorno sulla Luna e per l’esplorazione su Marte. La dichiarazione trilaterale sui lanciatori europei del futuro – ha aggiunto – delinea la strategia da adottare in tale strategico settore e rafforza l’eccellenza italiana garantita oggi dalla nostra Avio, che costruisce i vettori spaziali Vega. La Ministeriale ha rafforzato altresì i settori dell’osservazione della Terra e dell’ambiente orbitale“.
“Di rilievo – ha sottolineato Urso – anche i finanziamenti previsti per la ricerca scientifica, per le nuove missioni sulla Luna e su Marte e sulla via di una costellazione di satelliti europei, sulla falsariga di quanto già fatto dagli Stati Uniti e dagli altri concorrenti globali. È indubbio che quanto descritto avrà ricadute molto positive sulla nostra filiera del settore, non soltanto sulle grandi imprese, ma soprattutto sulle piccole e medie imprese. Per ogni nostro euro impegnato in ESA, si valuta un ritorno in termini industriali di 1,8 con grandissimi vantaggi per le quasi 1.000 imprese dell’indotto e con un rinforzamento delle unità occupate, già oltre le 50.000 unita e del fatturato complessivo, perché significa che avremo un ritorno superiore ai 4 miliardi di euro, almeno secondo le previsioni e le stime del passato”.
“Aggiungo, però“, ha continuato, “che proprio alla Conferenza di Parigi abbiamo insistito per introdurre, oltre al principio del ritorno geografico, anche quello del merito, indirizzato a premiare le eccellenze scientifiche e tecnologiche del Continente, quindi il ritorno non sarà più soltanto, come nel passato, quello geografico – tanto do, tanto dovrebbe tornarmi – ma anche sulla base del merito e dato che il merito è sicuramente riconosciuto alla tecnologia e alla scienza dello spazio italiano, penso che il ritorno per l’eccellenza dell’industria della ricerca aerospaziale italiana sarà superiore persino a quello che prima avevo accennato”.