E’ giallo sulla temperatura a bordo della navetta Soyuz MS-22, dopo l’imprevista perdita di liquido refrigerante che ieri ha determinato l’annullamento della passeggiata spaziale dei cosmonauti Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin. Dopo alcune indiscrezioni apparse sui media russi tramite l’agenzia di Stato RIA Novosti, secondo cui le temperature all’interno della navetta avrebbero raggiunto i +50°C, è arrivata la secca smentita dell’agenzia spaziale Roscosmos, che in una nota su Telegram definisce queste voci come “non vere“. La temperatura a bordo sarebbe di circa +30°C e dunque avrebbe fatto registrare una “leggera variazione” che “non risulta critica per il funzionamento delle apparecchiature e il comfort dell’equipaggio“.
“Venerdì – si legge nella nota – gli esperti del Centro di controllo della missione, insieme agli astronauti a bordo della Iss, hanno condotto una serie di test sui sistemi del veicolo spaziale con equipaggio Soyuz MS-22, compresa la misurazione della temperatura nello spazio abitativo del veicolo spaziale (modulo di discesa e compartimento di servizio), dove la temperatura era di circa 30 gradi Celsius. Questo è un leggero cambiamento di temperatura“. L’ente spaziale russo afferma che è ancora in corso l’analisi dei dati provenienti dalla Iss, comprese le registrazioni di foto e video, alla ricerca di una possibile soluzione. Comunque Roscosmos rassicura che “i cambiamenti nel regime di temperatura ora non sono critici per il funzionamento delle apparecchiature e il comfort dell’equipaggio della Stazione, anche secondo i rapporti dell’equipaggio stesso, e non rappresentano una minaccia per la vita e la salute dei cosmonauti“. Bisogna però ancora capire se la Soyuz non abbia danni tali da compromettere il ritorno degli astronauti, altrimenti l’unica alternativa sarebbe una missione di salvataggio. In ogni caso, la possibilità di una variazione della temperatura a bordo era già stata prevista ieri da Sergei Krikalev, ex cosmonauta divenuto responsabile del programma del volo umano di Roscosmos, che a poche ore dall’incidente aveva avanzato l’ipotesi dell’impatto di un micrometeorite contro il radiatore della Soyuz.