I ricercatori hanno svelato il mistero dell’acqua a Great Zimbabwe. Nelle montagne del sud-est dello Zimbabwe giacciono le rovine della prima grande città dell’Africa meridionale. Si tratta di Great Zimbabwe, il cui nome significa ‘la grande casa di pietra‘, in lingua Shona. Il paese, infatti, prende il nome dall’antica città. La località con grandi case e recinti in pietra era nell’XI secolo la capitale del regno di Shona e occupava alcune parti dell’attuale Zimbabwe e Mozambico. La città fiorì e molte persone vi abitarono fino all’abbandono nel XVII secolo.
Ma come potevano gli individui vivere lì soddisfacendo i propri bisogni? Ruolo fondamentale, in questo, è stato quello dell’acqua. Great Zimbabwe si trova in un’area sensibile al clima. Garantire un approvvigionamento idrico stabile per così tante persone e così tanti bovini deve dunque essere stato un problema.
Le indagini sull’acqua di Great Zimbabwe
Ad indagare su questo mistero è stato da un gruppo di ricercatori provenienti da Sud Africa, Inghilterra, Zimbabwe e Danimarca nell’articolo “Raccolta e conservazione dell’acqua intelligenti per il clima: l’eredità delle fosse di dhaka nel Grande Zimbabwe“. Con metodi di telerilevamento e scavi, hanno studiato una serie di grandi depressioni nel paesaggio, localmente chiamate fosse “dhaka“. Gli avvallamenti non sono stati indagati in precedenza: si pensava che fossero realizzati solo per raccogliere l’argilla utilizzata per l’edilizia. Tuttavia, i nuovi studi mostrano che questa potrebbe non essere tutta la verità.
Le indagini dimostrano che le fosse dovevano essere utilizzate anche per immagazzinare e gestire l’acqua per la città. Ci sono chiari segni che le depressioni sono state scavate dove possono raccogliere acqua superficiale, e allo stesso tempo filtrare e immagazzinare acqua sotterranea per l’uso durante i periodi secchi dell’anno. I ricercatori hanno trovato più pozzi “dhaka” di quelli già noti. Sono stati trovati dove piccoli ruscelli scorrono naturalmente quando piove o dove l’acqua sotterranea filtra. Questo, insieme all’ubicazione e alla costruzione delle depressioni, ha convinto i ricercatori che le fosse “dhaka” funzionassero come un sistema intelligente per garantire un approvvigionamento idrico stabile. Erano in gradi di immagazzinare più acqua superficiale e sotterranea. Questqa poteva poi essere utilizzata al di fuori della stagione delle piogge.
Antiche tecnologie per risultati moderni
La popolazione del Great Zimbabwe ha quindi ideato metodi climaticamente intelligenti per immagazzinare e gestire l’acqua. Un espediente indispensabile in un’area caratterizzata da tre diversi climi, con una stagione molto calda e secca, una stagione calda e umida e un inverno caldo e secco. Tale approvvigionamento idrico sicuro potrebbe essere stato essenziale per creare una società urbana, per i suoi abitanti, per il bestiame e per l’agricoltura.
Il sistema è di concezione impressionantemente moderna e mostra che, molto prima di quanto si pensasse, il sistema idrologico naturale era sotto controllo. Anzi, secondo i ricercatori, era fatto così bene che altri posti nel mondo possono ora imparare qualcosa da una tecnologia risalente a centinaia di anni fa.