Aiutate Roberto Burioni

L'ultima clamorosa gaffe di Roberto Burioni è uno scivolone clamoroso
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Che brutta fine che ha fatto Roberto Burioni. Prima del Covid-19 era un divulgatore scientifico apprezzato e anche simpatico, poi con la pandemia ha iniziato ad avventurarsi in profezie via via sempre più farneticanti fino a piombare nel declino culturale (e anche grammaticale!) di oggi.

La parabola del medico marchigiano inizia il 9 febbraio 2020 su Rai 1: in una puntata di “Che tempo che farà” poi rimasta nella storia della televisione, Burioni assicura a Fabio Fazio e a tutti i telespettatori che sul Coronavirus “in Italia siamo tranquilli. Il virus non c’è. È lecito preoccuparsi solo per l’influenza“. Quindi per Burioni il 9 febbraio 2020 preoccuparsi per il Coronavirus era “illecito“. Eppure a Roma c’erano due cinesi positivi in isolamento allo Spallanzani da dieci giorni, e il virus stava già circolando diffusamente nel Paese. Ma Burioni parlava soltanto per ideologia politica: erano i giorni di #abbracciaUnCinese e degli #aperitiviControLaPaura, quando il governo di Conte e Speranza sottovalutava il virus e accusava l’opposizione di razzismo.

Sarebbero bastate quelle parole per debellare il nostro profeta dai mass-media più autorevoli, in un Paese normale. Invece nell’Italia in cui più grossa la spari e più visibilità ti danno, Burioni dopo quella clamorosa gaffe è stato per due anni uno dei principali punti di riferimento “scientifici” (sigh!) della narrazione della pandemia. E ovviamente dei vaccini, su cui almeno Burioni ha dimostrato coerenza: è rimasto l’unico al mondo che continua a blaterare che “funzionano dalla protezione del contagio” anche dopo che il virus se l’è beccato personalmente, otto giorni dopo aver fatto la quarta dose, e con sintomi neanche banali. Però ancora oggi per Burioni quelli che fanno notare che il vaccino non protegge dal contagio sono “somari“.

Il dottore non ha mai perso il vizietto di accusare volgarmente chi la pensa diversamente da lui, unico illuminato dal Signore. Ma negli ultimi giorni ha oltrepassato il limite della decenza. Ieri ha ingiuriato Djokovic neo vincitore degli Australian Open “cretino olimpionico“, perchè “un cretino novax che vince le Olimpiadi non diventa una persona intelligente, ma un cretino olimpionico“. Ignorando, però, che il punto su Djokovic non è vax o no vax, ma l’ennesima profezia di Burioni stesso che a gennaio 2022, esattamente un anno fa, sentenziava che il tennista serbo “si sta rovinando definitivamente la carriera“. Da quel giorno, Djokovic ha vinto praticamente tutto: gli Internazionali d’Italia, il Torneo di Wimbledon, le ATP Finals e adesso anche gli Australian Open arrivando ad essere il numero 1 del mondo.

Poco prima dell’ultimo fango da haters vomitato sull’odiato tennista, Burioni si era scoperto paladino della privacy per i superboss mafiosi. “Questo tweet non vi piacerà“, esordiva due giorni fa. “Ma il fatto che le disperate condizioni cliniche e l’uso di Viagra di Messina Denaro siano state spiattellate sulle prime pagine di tutti i giornali da medico mi ha molto infastidito“. Poveraccio, Burioni. Si è infastidito per la privacy violata al superboss della mafia, proprio lui che per due anni ha alimentato la più becera caccia all’untore secondo cui era corretto chiedere a chicchessia se fosse vaccinato o meno. Non significava forse violare la privacy anche in quel caso, per giunta di persone oneste e perbene che non hanno mai ucciso persone, organizzato attentati, sciolto bambini nell’acido?

Ma il fondo Burioni l’ha toccato oggi pomeriggio con una clamorosa risposta – come sempre violenta e saccente – ad un cittadino che in perfetto italiano gli scriveva: “Burioni lei dovrebbe farsi le valigie e far finta di sparire… si vergogni per quante bugie ha raccontato in TV agli italiani. Ora si ritiri protetto dai suoi amici potenti. La dovrebbero radiare e forse pure arrestare, ma come fa a guardarsi allo specchio?“. Burioni ha ben pensato di rispondere così: “Il plurale di “valigia” è “valige” e non “valigie”. Ma non ce n’è uno di voi che non sia stato bocciato alle elementari?“. Peccato che il plurale di valigia sia proprio valigie. Chi era il “somaro“? Burioni adesso è massacrato su tutti i social e da quel momento non ha twittato più.

Se lo conoscete, aiutatelo. A fare le valigie, ovviamente.

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