Ricordiamo, anche quest’anno, gli anniversari dei violenti terremoti (e pure del maremoto) che, in gennaio, funestarono l’Italia in passato

In Italia continua a mancare la cultura della prevenzione, del rischio sismico e non solo
  • Figura 1. Terremoto nel Veronese
  • Terremoto del Friuli del 1348
    Figura 2. Terremoto del Friuli del 1348
  • Figura 3. Terremoto della Val di Noto
  • Figura 4. Terremoto nella Marsica
  • Figura 5. Terremoto di Foligno
  • terremoto
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di Alessandro Martelli (esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA) – Come ricordai (in miei articoli e post) sia l’anno scorso che due anni fa, purtroppo, le prime due settimane di gennaio sono un periodo in cui l’Italia fu funestata, in passato, da non pochi (6) violenti terremoti e pure da un maremoto.

Infatti, sono da ricordare i terremoti:

– di Verona del 3 gennaio 1117 (Mmax = 7,1, 30.000÷50.000 vittime, Fig.1);

– del Friuli del 25 gennaio 1348 (M = 7,0, 9.900 vittime, Fig. 2);

– della Val di Noto del 9 e dell’11 gennaio 1693, con un successivo devastante maremoto (Mmax s = 7,7, Mw = 7,3, almeno 60.000 vittime, Fig. 3);

– della Marsica e di Foligno del 13 gennaio 1832 (rispettivamente, M ≥ 7,0, con più di 30.500 vittime, e Mmax = 6,3, con almeno 40 vittime, Figg. 4 e 5);

– del Belice  (detto anche di Gibellina) del 14 e 15 gennaio 1968 (Mw = 6,4, 231÷370 vittime, Fig. 6).

M = magnitudo; Mw  = magnitudo momento; Mmax = magnitudo massima; Ms = magnitudo stimata.

Come ho già più volte notato, è ormai molto tempo (soprattutto nell’Italia Meridionale) che eventi violenti come quelli succitati non si verificano.

Ribadisco che ciò non deve far gioire più di tanto, purtroppo. Infatti, a mio parere, statisticamente parlando, non è un buon segno. Ripeto che non sto facendo predizioni, né voglio fare l’”uccello del malaugurio”, ma che guardo semplicemente alla storia.

Purtroppo le moderne tecnologie antisismiche  (d’isolamento, di dissipazione dell’energia, ecc.) sono ancora troppo poco utilizzate in Italia,  sebbene tali tecnologie siano state sviluppate e siano applicate, anche nel nostro Paese, da vari decenni (ad esempio, le nostre prime applicazioni dell’isolamento sismico risalgono al 1976 per i ponti ed i viadotti ed al 1981 per gli edifici).

Ritengo che ciò sia dovuto al fatto che continua a mancare, da noi, la cultura della prevenzione, del rischio sismico e non solo, come ho sottolineato anche in una petizione da me lanciata alla fine del 2020 (https://www.change.org/p/presidenza-del-consiglio-dei-ministri-governo-italiano-che-si-inizino-finalmente-ad-attuare-serie-politiche-di-prevenzione-dai-rischi-naturali).

Vi chiedo, ancora una volta:

per favore, firmatela  (se non l’avete già fatto) e fatela firmare.

Occorre raggiungere almeno 1.000 firme (oggi esse sono 827).

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