Un carabiniere è stato travolto da una valanga in Val Gardena. Soccorso, è stato trasportato in ospedale e ricoverato in condizioni critiche. Il militare, istruttore del Centro Addestramento Alpino di Selva Gardena, era insieme ad alcuni colleghi e stava effettuando un addestramento.
In mattinata il gruppo di militari era partito con le pelli da foca dal Centro di addestramento alpino dei carabinieri in Vallunga, nei presi di Selva di val Gardena, per risalire la val de Chedul verso il Gran Cir. E’ una ‘classica’ per gli scialpinisti del posto. A circa 2.300 metri di quota il gruppetto avrebbe dovuto superare un pendio. Il maresciallo, che è anche una guida alpina molto esperta, come è prassi per istruttori in condizioni simili, ha fatto attendere i due militari e ha iniziato da solo a tagliare il pendio. In questo momento, pero, circa 150 metri più in alto si è staccata la valanga che ha investito in pieno il sottoufficiale.
I compagni hanno subito lanciato l’allarme e hanno iniziato con le ricerche. Grazie all’Arva, un apparecchio elettronico per la ricerca di persone sotto le valanghe, l’istruttore è stato velocemente localizzato, ma purtroppo sotto ben tre metri di neve. L’elisoccorso Aiut Alpin Dolomites ha portato in quota gli uomini del soccorso alpino della val Gardena. Una ventina di uomini hanno scavato per liberare il maresciallo. Quando, infine, è stato liberato, la sua temperatura corporea era ormai scesa a 25 gradi. Il medico d’urgenza è riuscito a rianimarlo sul posto. In gravissime condizioni il ferito è stato trasportato all’ospedale di Bolzano, dove la sua vita è appesa a un filo.
In Val Gardena, il pericolo valanghe attualmente è tra il grado uno (debole) e due (moderato) di cinque. Nei giorni scorsi sono caduti una ventina di centimetri di neve, che il nuovo strato però non si è consolidato con quello vecchio molto ghiacciato. In tedesco il fenomeno è conosciuto con il termine ‘Altschneeproblem’, ovvero ‘problema di neve vecchia’. Con il vento si sono formati accumuli di neve ventata instabili, difficilmente da individuare anche per scialpinisti esperti. I punti di pericolo si trovano soprattutto nelle zone in prossimità delle creste, nelle conche e nei canaloni come pure sui pendii ombreggiati ripidi.