La Corea del Sud aumenterà la produzione di energia nucleare e limiterà i suoi piani per le energie rinnovabili mentre la nazione revisiona il suo mix elettrico per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni: lo riporta Bloomberg.
Si prevede che le centrali nucleari rappresenteranno quasi un terzo della capacità di generazione entro il 2030 rispetto a circa il 24% previsto nelle precedenti proposte, secondo i documenti del governo pubblicati oggi. Le fonti rinnovabili generano circa il 21,6% alla stessa data, inferiore a una precedente stima del 30,2%.
Il 10th Basic Plan for Long-Term Electricity Supply and Demand segue la mossa del Paese del 2021, nel contesto della sua azione per il clima. La Corea del Sud mira a ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 2018 entro la fine del decennio, ricorda Bloomberg.
Il presidente Yoon Suk-yeol, entrato in carica lo scorso anno, si è concentrato sull’energia nucleare come strumento chiave per ridurre le emissioni piuttosto che su solare, eolico o idroelettrico. Yoon ha sostenuto l’energia atomica durante tutta la sua campagna presidenziale e ha chiesto la costruzione di più reattori, un chiaro capovolgimento delle politiche anti-nucleari dell’ex presidente Moon Jae-in.
Il ruolo del carbone e del gas naturale liquefatto continuerà a diminuire. Il GNL sarà necessario per circa il 9% della produzione di elettricità e il carbone per il 14% entro il 2036, secondo le previsioni del Ministero dell’Energia. La Corea del Sud mira anche a utilizzare idrogeno e ammoniaca per la co-combustione nelle sue centrali elettriche a carbone esistenti, ha affermato il Ministero. I due carburanti insieme costituiranno oltre il 7% del mix energetico nel 2036.