Finanziamenti USA dietro le barbarie degli attivisti climatici: come funziona il Climate Emergency Fund

Le crescenti proteste per il clima da parte di gruppi di giovani attivisti sono sostenute e finanziate dal Climate Emergency Fund, un'organizzazione non-profit americana
MeteoWeb

Negli ultimi mesi, si susseguono a ritmo incessante le notizie delle proteste di gruppi di giovani attivisti per il clima, con atti che spesso sconfinano nel vandalismo. Non si contano più le opere d’arte o gli edifici imbrattati, il blocco di strade o aeroporti, le proteste in cui gli stessi attivisti si incollano a terra o sulle opere d’arte che hanno imbrattato. Le proteste dei giovani per il clima si sono intensificate negli ultimi anni sulla scia di quelle di Greta Thunberg, l’attivista svedese, ormai 20enne, che alcuni anni fa ha iniziato le sue proteste davanti al Parlamento di Stoccolma. Da allora, Greta è diventata “leader” di questo movimento mondiale, salvo poi decidere di fare un passo indietro, dichiarando lo scorso novembre di voler lasciare spazio ad altri.

Le proteste però non si fermano, anzi. Crescono e trovano ampia diffusione su internet e social network. È facile scorgere dietro una regia che orchestra le proteste. Come evidenziato da Sergio Giraldo, in un articolo per “La Verità”, le proteste sono sostenute e finanziate dal Climate Emergency Fund, con sede a Beverly Hills, in California, “un’organizzazione non-profit classificata come 501c(3) secondo la legge americana, cioè un ente che raccoglie donazioni e finanzia piccoli gruppi di attivisti senza pagare tasse”. Sul sito web dell’organizzazione, si legge: “sosteniamo gli attivisti coraggiosi che svegliano il pubblico all’emergenza climatica. Raccogliamo fondi e sovvenzioni per il dirompente movimento nonviolento per il clima”.

L’organizzazione scrive sul proprio sito web di aver finanziato 94 organizzazioni dalla sua fondazione nel 2019, di aver formato oltre 22.000 attivisti per il clima e di aver mobilitato oltre 1 milione di attivisti. Sempre dal sito web, è possibile conoscere i nomi dei gruppi finanziati, tra cui ci sono “Ultima Generazione” in Italia e “Just Stop Oil” nel Regno Unito, autori di alcune delle proteste più recenti venute alla ribalta della cronaca. Il fondo fornisce anche consulenza tecnologica e tiene una rete di contatti internazionali, per poi assegnare i fondi necessari, che possono anche comprendere le spese legali e variano da 35.000 a 80.000 dollari a gruppo, riporta “La Verità”.

Margaret Klein Salamon, psicologa clinica americana di 36 anni, è direttore esecutivo di Climate Emergency Fund. Del board – evidenzia “La Verità” – fanno parte prevalentemente personalità del mondo del cinema e della televisione: tra di loro ci sono Adam McKay, sceneggiatore premio Oscar, regista e produttore che ha diretto il film catastrofico Don’t look up; la fondatrice Aileen Getty, filantropa; Rory Kennedy, regista e produttrice cinematografica, discendente della grande dinastia dei Kennedy; Geralyn Dreyfous, produttrice cinematografica e televisiva; Shannon O’Lear y Joy, ambientalista e produttrice di documentari.

È evidente, dunque, che le crescenti proteste dei giovani per il clima sono guidate e orchestrate ad arte, cavalcando l’onda dell’allarmismo sul clima sempre più dilagante sui media.

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