La sonda Juno della NASA sta recuperando la memoria dopo un’interruzione delle comunicazioni tra il veicolo spaziale e gli operatori sulla Terra, dopo un sorvolo di Giove.
L’ultimo passaggio ravvicinato sul pianeta gigante da parte della navicella spaziale Juno, il suo 47° flyby di Giove, è stato completato il 14 dicembre. Mentre gli operatori presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA stavano ricevendo dati scientifici dal flyby, hanno scoperto di non poter più accedere direttamente alla memoria del veicolo spaziale.
Il team ha riavviato con successo il computer di Juno e il 17 dicembre ha messo il veicolo spaziale in “modalità provvisoria”, solo i sistemi essenziali sono rimasti operativi, in via precauzionale. A partire da un aggiornamento della NASA del 22 dicembre, i passi intrapresi dal team per recuperare i dati scientifici di Juno stanno procedendo positivamente. Gli operatori di Juno stanno ora effettuando il downlinking dei dati flyby.
“I dati scientifici del più recente sorvolo di Giove e della sua luna Io sembrano essere intatti,” ha spiegato la NASA.
Attualmente si ritiene che l’interruzione sia avvenuta quando Juno ha attraversato l’intensa radiazione di una parte della magnetosfera di Giove. Non vi è alcuna indicazione che il picco di radiazioni abbia danneggiato i dati del sorvolo ravvicinato a Giove o alla luna Io.
I dati rimanenti dell’ultimo sorvolo di Juno dovrebbero essere trasmessi sulla Terra nei prossimi giorni, a quel punto gli operatori potranno valutare se sono stati influenzati dall’interruzione.
Il lungo viaggio di Juno verso Giove
Juno ha lasciato la Terra nell’agosto 2011, percorrendo 2,7 milioni di km ed entrando nell’orbita del gigante gassoso 5 anni dopo, il 4 luglio 2016. Diventando il primo veicolo spaziale a vedere attraverso le dense nubi di Giove, l’obiettivo di Juno era quello di rispondere alle domande sulla composizione e sule origini del pianeta.
Juno impiega 53 giorni terrestri per orbitare attorno a Giove. La sua missione primaria ha richiesto 35 orbite, durante le quali ha raccolto 3 terabit di dati scientifici e alcune incredibili immagini del pianeta e delle sue lune. Poiché si ritiene che Giove sia il mondo più antico del Sistema Solare, saperne di più potrebbe rivelare informazioni sulla formazione del Sistema Solare stesso.
Questi dati hanno cambiato molte ipotesi che gli scienziati planetari avevano formulato sull’atmosfera e sull’interno di Giove, rivelando, ad esempio uno strato meteorologico atmosferico che si estende ben oltre le sue nuvole d’acqua.
La missione principale del veicolo spaziale si è conclusa a luglio e si prevede che continuerà le sue operazioni scientifiche almeno fino al 2025, secondo la Planetary Society.
Il veicolo dovrebbe uscire dalla modalità provvisoria questa settimana. Effettuerà il suo prossimo sorvolo di Giove il 22 gennaio 2023.