“Il giapponese è la lingua più popolare al mondo nei tatuaggi con oltre 231.240 ricerche su Google all’anno, seguita dal cinese e dall’arabo“: il portale di apprendimento delle lingue Preply lo rende noto dopo aver analizzato la domanda globale in fatto di tatuaggi su Google e sui social media. I tatuaggi in lingua, spiega il comunicato, “includono di tutto, dalle citazioni ai testi, dai nomi alle frasi. Ma ti sei mai chiesto qual è la tipologia più comune di tatuaggio in lingua? Il giapponese, oltre 125 milioni di parlanti nel mondo, è quindi emersa come la lingua straniera con il maggior numero di tatuaggi”. Nella nota si osserva che “non ci si deve per forza limitare alla propria lingua madre quando ci si fa un tatuaggio. Molti infatti scelgono di farsi tatuare parole o frasi straniere. Alcuni preferiscono l’aspetto estetico di determinate lingue, altri apprezzano il mistero di una lingua che i loro coetanei non conoscono“.
Dopo il giapponese, 231.240 ricerche all’anno, informa Preply, c’è “il cinese con 184.800 ricerche. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che, nella versione scritta di queste lingue, vengono utilizzati simboli che molti potrebbero trovare esteticamente gradevoli“. L’arabo, prosegue la nota, “è la terza lingua più popolare per i tatuaggi, con 81.600 ricerche annuali. In fondo alla top 10 c’è l’inglese, con 9.240 ricerche. L’hindi manca di pochissimo la top 10, arrivando subito dopo l’inglese con 8.040 ricerche. Il tedesco ha perso la top 10, classificandosi al 14esimo posto con una richiesta annuale di sole 4.200 ricerche“.
Poi ci sono anche i trend, che variano di anno in anno. “Abbiamo dato un’occhiata alle lingue più popolari di quest’anno, in base alla variazione (in positivo) media della domanda di anno in anno – afferma Preply nel comunicato -. I tatuaggi scritti in persiano sono quelli che, in tutto il mondo e anno dopo anno, hanno avuto una variazione maggiore della domanda del 312%. Il persiano è una lingua indoeuropea originaria di Paesi come l’Iran e l’Afghanistan. Segue il polacco con un aumento del 200% e al terzo posto c’è il punjabi con un aumento del 129%“.