E’ stata una missione archeologica italiana a sud di Baghad ad aver scoperto il muro di Hammurabi lo scorso mese di dicembre. Ora, si è scoperto che potrebbe svelare il mistero dell’Akkad di re Sargon. Quest’ultimo è probabilmente il primo impero dell’umanità. Del sito di Tell Muammad si è occupato l’archeologo Nicola Laneri, insieme alla sua equipe di studiosi dell’Università di Catania. Il sito potrebbe contenere “la chiave di uno dei misteri dell’archeologia mesopotamica: la collocazione della capitale del primo impero nato tra due fiumi“. Lo ha dichiarato alla stampa l’ambasciatore italiano in Iraq, Maurizio Greganti. “La continuazione degli scavi – ha aggiunto Greganti, intervendo agli OpenLab della Fobdazione Federico II di Palermo – forse ci darà una risposta“.
L’Iraq, ha spiegato Greganti, è “assetato di cultura, con radici antichissime e una vasta produzioine artistico-letteraria. Il Paese cerca di recuperare la primazia che per secoli aveva visto Baghdad al centro della cultura mediorientale“.
L’Iraq, il muro di Hammurabi e l’archeologia
L’archeologia è considerata “il pilastro centrale dell’interscambio culturale tra l’Italia e l’Iraq. Gli archeologi italiani sono parte integrante e integrata nelle comunità locali, presenti dagli anni Sessanta ed è una presenza che non si è mai interrotta, neanche nei momenti più difficili di questo Paese. L’Iraq ospita il numero maggiore di missioni archeologiche italiane, che si occupano di tutti i periodi della storia millenaria del Paese“.
Ma l’Iraq è terra di disordini e guerriglia. In merito alla sicurezza dei siti archeologici, dunque, l’ambasciatore ha spiegato che non vi sono più minacce. Anche quello del muro di Hammurabi. Tutto grazie alle autorità irachene e alla presenza delle missioni archeologiche. “Il ruolo dell’archeologo – ha sottolineato – è mutato, e gli scavi hanno un impatto determinante sullo sviluppo del Paese: i nostri archeologi tra i migliori al mondo, puntano da sempre sulle capacità e il trasferimento delle competenze alle comunita’ locali. E le competenze trasferite facilitano la crescoita di un settore produttivo“.