Pasini (Cnr): “il clima si sta estremizzando, dobbiamo mitigare e adattarci al cambiamento”

Clima, Pasini: "non esiste un bottone di reset. Possiamo solamente limitare i danni e adattarci a rispondere alle emergenze"
MeteoWeb

“Non possiamo aspettarci di tornare ai livelli di temperature globali preindustriali, la situazione può solo evolvere a partire da dove siamo ora. Per questo è essenziale adottare contromisure per prevenire le conseguenze più negative della situazione climatica, e allo stesso tempo mitigare e limitare il più possibile le emissioni inquinanti e climalteranti”. A sottolinearlo all’AGI è Antonello Pasini, fisico del clima presso il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che commenta le difficoltà delle circostanze attuali e l’importanza di intervenire per ridurre i rischi associati all’aumento delle temperature medie globali.  

Gli ultimi otto anni – spiega l’esperto – sono stati i più caldi nella storia dei rilevamenti, nonostante la presenza de La Niña, l’oscillazione fredda che interessa il Pacifico. Quando la perturbazione cederà il passo alla sua fase calda, conosciuta come El Niño, si assisterà a un incremento delle temperature medie anche nelle zone che in questi ultimi mesi sono state caratterizzate da condizioni termiche al di sotto o pari alla media precedente”.  

El Niño southern oscillation (ENSO), infatti, provoca conseguenze dirette e indirette in tutto il mondo, influenzando direttamente il Sud America e l’Australia, ma causando effetti indiretti nella maggior parte della Terra. “Per quanto riguarda le precipitazioni – continua Pasini – in Europa è stata osservata una prolungata siccità, così come in Pakistan prima dell’arrivo della stagione dei monsoni, e in altre parti del pianeta. In generale, il clima si sta estremizzando e i periodi miti sono stati sostituiti da eventi estremi di caldo, freddo, siccità e precipitazioni più violente”. “Il vero problema – commenta lo scienziato – è che non esiste un bottone di reset. Non possiamo tornare ai livelli preindustriali. Possiamo solamente limitare i danni e adattarci a rispondere alle emergenze”.  

Eventi estremi come precipitazioni violente, siccità o picchi di temperature si verificheranno sempre più costantemente nei prossimi decenni, per cui è fondamentale imparare a rispondere alla carenza di risorse idriche, agli episodi distruttivi in campagna e in città, e soprattutto proteggere i territori più fragili.  

Nel frattempo – conclude Pasini – dobbiamo mitigare le emissioni. Se si dovessero verificare gli scenari più negativi prospettati dalle modellazioni, potremmo perdere circa il 90% dei ghiacciai alpini. Raggiungere questa situazione renderebbe impossibile qualunque tipo di intervento di protezione. Dobbiamo agire ora, diminuire drasticamente le emissioni inquinanti, limitare la deforestazione e puntare a metodi di coltivazione e agricolture più sostenibili. Attualmente le temperature medie sono aumentate di circa 1,2°C rispetto ai livelli preindustriali e gli Accordi di Parigi impongono di non superare la soglia di 1,5°C. Le azioni intraprese ora, però, daranno i loro frutti solo nei prossimi decenni, non possiamo attendere che si verifichino gli scenari peggiori”.  

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