Perdita sulla Soyuz “causata da un meteoroide, tornerà sulla Terra senza equipaggio”

Le decisioni di Roscosmos in merito alle conseguenze della perdita rilevata sulla Soyuz lo scorso 15 dicembre
MeteoWeb

La Russia ha dichiarato che lancerà un’altra capsula Soyuz il 20 febbraio verso la ISS, per riportare sulla Terra due cosmonauti russi e un astronauta statunitense, dopo che la Soyuz che avrebbe dovuto assolvere a questo compito ha subito una perdita di refrigerante il mese scorso.

La perdita è avvenuta lo scorso 15 dicembre da un minuscolo foro nel radiatore esterno della capsula Soyuz MS-22 che è attualmente attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale e che avrebbe dovuto riportare sulla terra i tre membri dell’equipaggio a marzo.

Lancio della Soyuz MS-23 il 20 febbraio

La missione di Sergey Prokopyev, Dmitry Petelin e Francisco Rubio sulla ISS “è stata estesa. Torneranno sulla Terra con la Soyuz MS-23,” ha spiegato Roscosmos. “Il lancio della Soyuz MS-23 avverrà il 20 febbraio 2023” senza persone a bordo.

Il lancio della capsula russa MS-23 era stato precedentemente pianificato per metà marzo, con l’equipaggio formato da Oleg Kononenko, Nikolai Chub e l’astronauta della NASA Loral O’Hara. La Soyuz MS-22 tornerà sulla Terra senza equipaggio, è stato precisato.

La causa della perdita

In merito alla perdita, l’agenzia spaziale russa ha affermato che il danno alla tubazione del radiatore si è verificato a causa di un meteoroide. “Il diametro del foro è inferiore a 1 mm,” è stato spiegato.

L’incidente ha interrotto le attività russe sulla ISS, costringendo i cosmonauti a sospendere le passeggiate spaziali mentre i funzionari si sono concentrati sulla perdita, su cause e conseguenze. Va sottolineato che la Soyuz (così come in generale le capsule attraccate alla ISS) funge da scialuppa di salvataggio per l’equipaggio in caso di emergenza.

La perdita è un problema anche per la NASA. L’agenzia statunitense ha dichiarato il mese scorso che stava valutando la possibilità di avvalersi di Crew Dragon di SpaceX come opzione alternativa per il rientro degli astronauti, nel caso in cui la Russia non fosse stata in grado di lanciare un’altra Soyuz.

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