Le prime valutazioni speditive condotte sull’andamento della qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia nel 2022 mostrano una minore presenza di polveri sottili (PM10) ma una maggiore presenza di ozono (O3): è quanto spiega in una nota Arpa regionale.
Polveri sottili
Nell’anno appena concluso, per quanto riguarda le polveri sottili, in nessuna stazione della rete di monitoraggio della qualità dell’aria di Arpa FVG è stata superata la soglia di 35 giorni con concentrazioni medie giornaliere di PM10 superiori ai 50 microgrammi/m3, un risultato migliore di quello ottenuto nel 2021 quando due stazioni avevano superato, anche se di poco, questa soglia.
Le maggiori concentrazioni di polveri, pur sempre entro i limiti normativi, così come il maggior numero di superamenti giornalieri sono stati registrati come di consueto nel Pordenonese, in particolare al confine con il Veneto; nel 2022 anche la zona della Bassa pianura friulana è risulta mediamente più polverosa dell’alta pianura e della montagna.
Il maggior contributo di polveri associati ai numerosi e diffusi incendi che hanno caratterizzato l’estate 2022 non è stato tale da causare superamenti delle soglie annuali previste dalla normativa. Ciò è dovuto al fatto che gli incendi si sono verificati soprattutto sulle zone orientali del Friuli Venezia Giulia, aree dove le polveri sono mediamente meno presenti.
La ragione del miglioramento della qualità dell’aria nel 2022 rispetto agli anni precedenti è da ricercarsi in particolare nella meteorologia favorevole che si è avuta soprattutto da ottobre a metà dicembre, sia in termini di perturbazioni atmosferiche che per le temperature relativamente miti che hanno ridotto il fabbisogno energetico.
Ozono
Se la quantità di polveri in atmosfera è stata minore rispetto agli anni precedenti, non così è stato per l’ozono, inquinante caratteristico del periodo estivo, che nel 2022 ha presentato frequenti superamenti delle soglie giornaliere su tutta la pianura e costa della regione, con valori superiori a quelli osservati nell’anno precedente.
Dal punto di vista dell’ozono un ruolo molto importante è stato giocato dal lungo periodo di siccità legato alla prolungata presenza dell’anticiclone africano che ha caratterizzato l’estate 2022, con un’abbondante insolazione e con temperature mediamente elevate in assenza di perturbazioni.