Secondo uno studio scientifico appena pubblicato su Nature, più del 40% di tutti i vertebrati terrestri potrebbe essere soggetto a eventi di caldo estremo entro il 2099 secondo le attuali stime massime delle future temperature globali . L’esposizione prolungata alle alte temperature potrebbe essere pericolosa per il futuro di molte specie in tutto il mondo.
Gli eventi termici estremi, identificati in periodi in cui la temperatura supera ampiamente una soglia media climatica storica, sono aumentati di frequenza rispetto ai decenni scorsi a causa del riscaldamento globale. Periodi ricorrenti di caldo estremo colpiscono la fauna selvatica e sono associati a un aumento dello stress psicologico, a una ridotta attività riproduttiva e a una diminuzione delle dimensioni della popolazione, il che significa che la continuazione di questi picchi di temperatura rappresenterebbe una minaccia sostanziale per la futura biodiversità. Un precedente lavoro per valutare le conseguenze del cambiamento climatico sulla fauna selvatica mancava di valutazioni delle dinamiche a breve termine dello stress da calore quotidiano o del danno causato dalla variabilità delle temperature piuttosto che dal calore stesso. Adesso il prof. Gopal Murali e i suoi colleghi ricercatori hanno mappato l’esposizione di circa 33.600 vertebrati terrestri a eventi termici estremi in vari scenari di riscaldamento globale (correlandolo alle emissioni di gas serra), utilizzando la frequenza, la durata e l’intensità previste di eventi termici estremi tra il 1950 e il 2099. Gli autori prevedono che il 41% delle specie sperimenterà eventi termici estremi in tutte e tre le metriche su almeno metà della loro distribuzione terrestre in uno scenario catastrofico ad alte emissioni (in cui si prevede che il riscaldamento raggiunga i +4,4°C, oggi siamo a +1,1°C). Questa percentuale dovrebbe scendere al 28,8% per scenari medio-alti (riscaldamento fino a +3,6°C) e al 6,1% per scenari a basse emissioni (riscaldamento limitato a +1,8°C). È probabile che anfibi e rettili siano a maggior rischio, con il 55,5% degli anfibi e il 51,0% dei rettili che dovrebbero sperimentare eventi di calore estremo in scenari ad alte emissioni, rispetto al 25,8% degli uccelli e al 31,1% dei mammiferi.
Murali e colleghi concludono lo studio scrivendo che il contenimento delle emissioni di gas serra ridurrebbe sostanzialmente l’effetto del caldo estremo sulla biodiversità.