Sindrome dell’intestino irritabile e sistema nervoso: indagate le cause del dolore addominale

I pazienti con sindrome da intestino irritabile accusano una riduzione della qualità della vita e disagio sociale: una nuova ricerca fa luce sulle cause
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La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una malattia difficile da trattare. E’ in genere caratterizzata da dolore addominale cronico correlato ai movimenti intestinali, di cui esistono quattro tipi: diarroici, stipsi, misti e non classificabili. I pazienti con IBS riferiscono una riduzione della qualità della vita e vissuti di disagio sociale. I soggetti che ne soffrono sono infatti costretti a limitare la loro attività, come il lavoro o il viaggio, a causa della necessità improvvisa e imprevedibile di correre in bagno.

Sebbene ci siano stati studi sulle anomalie correlate all’IBS nel sistema nervoso autonomo basati sulla misurazione dell’elettrocardiogramma di 24 ore, fino ad ora nessuno ha esaminato i cambiamenti nel sistema nervoso autonomo durante i movimenti intestinali.

Il professore associato Fumio Tanaka e il suo gruppo di ricerca presso la Graduate School of Medicine dell’Università Metropolitana di Osaka hanno registrato l’attività del sistema nervoso autonomo di pazienti affetti da IBS e soggetti sani. Hanno fatto ricorso ad un dispositivo indossabile, monitorando attività come la defecazione e il sonno.

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Hanno così scoperto che, a differenza dei soggetti sani, il sistema nervoso simpatico dei pazienti con IBS si attivava 2 minuti prima della defecazione e persisteva fino a 9 minuti dopo la defecazione. Inoltre, l’attivazione del sistema nervoso simpatico è risultata associata a un maggiore dolore addominale e a una minore qualità della vita. I risultati della ricerca sono stati pubblicati online su PLOS ONE.

Questa ricerca è caratterizzata dal fatto che le funzioni del sistema nervoso autonomo vengono misurate utilizzando un dispositivo indossabile di tipo abbigliamento e che gli eventi dello stile di vita come la defecazione e i sintomi addominali vengono immessi simultaneamente in tempo reale, utilizzando un’applicazione per smartphone originariamente sviluppata dal nostro gruppo. Di conseguenza, l’attività del sistema nervoso autonomo durante la defecazione è stata accuratamente valutata. Ci auguriamo che ulteriori ricerche miglioreranno la qualità della vita dei pazienti affetti da IBS e contribuiranno a chiarire la fisiopatologia“, ha concluso il professor Tanaka.

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