I tumori correlati al papilloma virus colpiscono anche gli uomini, “sono giovani o di mezza età e spesso non fumatori”

Cresce sempre più la percentuale di tumori orofaringei causati dal virus HPV, noto soprattutto per essere all’origine del tumore della cervice uterina
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Ogni anno si diagnosticano in Italia circa 13.000 nuovi casi di tumori maligni del distretto testa-collo; la maggior parte di essi è rappresentata dai carcinomi squamosi e si osserva nella popolazione maschile (7.300 casi). Il 75% di queste neoplasie sono causate da fumo ed alcool. L’effetto dei due fattori è sinergico: il rischio di sviluppare il tumore si moltiplica e risulta superiore di 80 volte per quel che concerne il carcinoma del cavo orale e di 12 volte per quello della laringe rispetto a chi non fuma e beve. La malattia è tre volte più frequente nel Nord Italia rispetto al Sud.

Una percentuale minore ma sempre più rilevante dei carcinomi della testa e del collo, soprattutto dell’orofaringe (tonsille palatine e base lingua) è causata da un diverso fattore di rischio: l’Human Papilloma Virus (HPV), già noto come responsabile dei tumori della cervice uterina. L’incremento dei tumori orofaringei causati da HPV è un fenomeno globale.

I tumori dell’area testa-collo, colpiscono gli uomini con una frequenza doppia rispetto alle donne. Nei paesi industrializzati la progressiva riduzione del consumo di sigarette ha avuto come conseguenza una riduzione di incidenza dei carcinomi squamosi della testa e del collo. Tale decremento, tuttavia, non si è verificato per i carcinomi squamosi dell’orofaringe HPV correlati, i quali al contrario hanno presentato un rapido incremento di incidenza nel corso degli ultimi decenni. Attualmente il 31 percento dei tumori orofaringei in Italia è causato dall’HPV e il paziente tipo affetto da questo tumore è un uomo giovane o di mezza età spesso non fumatore” spiega Giovanni Danesi, presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria & Chirurgia Cervico Facciale (SIO&ChCf).

Controlli periodici, stili di vita sani e, nel caso dell’HPV, la vaccinazione per entrambi i sessi sono le principali azioni di prevenzione nei confronti dei tumori testa e collo e in particolare dei tumori HPV correlati. Da un punto di vista più generale prosegue il Presidente SIO&ChCfconsiderato che gli Otorinolaringoiatri sono gli specialisti che si occupano della diagnosi e del trattamento dei tumori della testa e del collo, trattamento che prevede in buona parte dei casi interventi chirurgici ad alta complessità e che richiedono elevatissime competenze e dotazioni tecnologiche, è necessario che i criteri di valutazione dell’attività otorinolaringoiatrica vengano rivisti. Al momento, infatti, interventi di routine come la rimozione delle tonsille (tonsillectomia) vengono utilizzati a livello istituzionale come criteri di valutazione per il monitoraggio dell’attività delle unità operative otorinolaringoiatriche ORL, con una conseguente proporzionale assegnazione di risorse del tutto inadeguata alla reale attività svolta dai reparti ORL.  Quello che serve – conclude Danesiè la presa di coscienza, anche a livello istituzionale, che l’Otorinolaringoiatria è cambiata enormemente negli ultimi decenni, divenendo una disciplina complessa e multidisciplinare che spazia nell’intera area testa-collo: dalla chirurgia oncologica più complessa con utilizzo di raffinate tecniche ricostruttive all’applicazione di impianti ad altissimo contenuto tecnologico per la lotta alla sordità, solo per portare alcuni esempi”.

Ritornando ai tumori HPV correlati, la trasmissione del virus HPV avviene per via sessuale. L’HPV 16 è il genotipo più coinvolto nei carcinomi squamosi dell’orofaringe (ceppo ad alto rischio). Il virus agisce infettando le cellule basali (profonde) delle cripte presenti nelle tonsille palatine e nella base lingua e, con una latenza compresa solitamente tra i 10 e i 30 anni, può indurne la trasformazione in cellule tumorali in un ospite suscettibile.

La diagnosi precoce dei tumori orofaringei causati da HPV è particolarmente difficile perché non sono note lesioni cliniche pre-maligne e non può essere condotto un test analogo al Pap Test come per la diagnosi precoce del carcinoma della cervice uterina.

Sia le manifestazioni che le conseguenze del trattamento chirurgico dei tumori dell’area testa-collo possono essere drammatiche, e sono in rapporto così come le possibilità di sopravvivenza con lo stadio al quale la malattia viene diagnosticata. Spesso purtroppo la diagnosi è tardiva perché, soprattutto nel caso dei tumori dell’orofaringe, le manifestazioni iniziali sono lievi e facilmente sottostimate: leggeri (ma persistenti) dolori alla bocca o alla gola; presenza di ferite simili ad afte che però non guariscono; gonfiore e difficoltà a muovere la lingua; denti che si mobilizzano senza una ragione evidente; tutti questi sintomi spesso vengono trascurati con il risultato di portare il paziente alla diagnosi in una fase già avanzata di malattia tumorale.

In questo scenario, però, esiste un importante strumento di prevenzione: la vaccinazione. “Dai dati epidemiologici emerge che la vaccinazione HPV riduce la prevalenza delle infezioni da HPV nel cavo orale/faringe dell’88-93%. La vaccinazione – sottolinea Giovanni Danesiper l’HPV permette di prevenire il 90-100% delle infezioni anogenitali da HPV e delle lesioni pre-cancerose. Ci si aspetta che la vaccinazione HPV riduca l’incidenza del carcinoma squamoso dell’orofaringe entro il 2060 (sulla base della fisiopatologia e quindi del periodo di latenza tra infezione e presentazione clinica del tumore indotto dal virus)”.

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