Nelle Grotte Mandrin, un rifugio roccioso nel sud della Francia, sono stati rinvenuti i resti di quello che sembra il primo utilizzo di arco e frecce da parte dell’umanità.
Descritti sulla rivista Science Advances, questi ritrovamenti risalgono a 54 mila anni fa. Essi sono stati individuati e analizzati dagli scienziati dell’Università di Aix-Marsiglia, dell’Università del Connecticut, dell’Università di Tolosa Jean Jaures e dell’Università Stony Brook.
La prima evidenza della tecnologia basata su arco e frecce dell’uomo di Neanderthal
Il gruppo di ricerca, guidato da Laure Metz, Ludovic Slimak e Jason Lewis, ha scoperto ciò che si ritieme essere la prima evidenza europea di una tecnologia basata su arco e frecce.
Le armi, spiegano gli autori, potrebbero essere state fondamentali per il vantaggio degli umani moderni sui Neanderthal durante le migrazioni. Prima di questo studio, la più antica prova dell’abilità di utilizzare questi strumenti era collocata intorno a 45 mila anni fa.
Al centro dello studio il sito delle Grotte Mandrin
I ricercatori hanno analizzato il sito delle Grotte Mandrin, situato vicino alla valle del fiume Rodano nel sud della Francia. Gli archeologi hanno portato alla luce 54 resti dentali di esseri umani moderni. Essi avrebbero pertanto raggiunto l’area ben 10 mila anni, prima di quanto ipotizzato precedentemente.
Scoperti anche 852 manufatti
Ma gli autori hanno anche recuperato 852 manufatti, simili a punte e lame. Le indagini approfondite su questi oggetti hanno rivelato che erano stati lanciati e utilizzati per tagliare.
I dati suggeriscono quindi che i nostri antenati utilizzavano queste rudimentali frecce già durante l’incursione degli umani moderni nel territorio dei Neanderthaliani.