Per la prima volta i computer quantistici hanno imparato a correggere i loro errori e lo fanno con un metodo che si annuncia come un passo fondamentale per avvicinare queste macchine, potentissime e velocissime, a un utilizzo più diffuso e per un maggior numero di applicazioni.
“Una pietra miliare“, lo hanno definito i ricercatori di Google Quantum AI, che hanno pubblicato il risultato sulla rivista Nature. “E’ un passo necessario per tutte le tecnologie che si avvicinano ad affrontare la loro fase matura“, ha osservato il coordinatore della ricerca Hartmut Neven, nella conferenza stampa organizzata dalla rivista.
L’uso dei codici stabili per correggere gli errori nei computer quantistici
Per correggere gli errori nei computer quantistici si utilizzano codici nei quali più unità fisiche di informazione quantistica (chiamate qubit fisici), genericamente instabili formano un qubit logico, più stabile.
Un codice simile, però, comprende una grande quantità di qubit e questo può generare più errori logici. La sfida è quindi riuscire a fare in modo che le correzioni eseguite dai codici superino il numero degli errori.
La nascita di un processore quantistico superconduttore
Ed è quanto hanno fatto i ricercatori di Google Quantum AI. In particolare, il gruppo guidato da Neven ha messo a punto un processore quantistico superconduttore con 72 qubit e lo ha messo alla prova con diversi codici di correzione, il più grande dei quali si basa su 49 qubit fisici, mentre gli altri su 17 qubit.
“Il codice più grande ha superato l’esame e si è dimostrato il più efficiente. E’ un primo passo fondamentale: anche se il lavoro da fare è ancora tanto“, – hanno detto i ricercatori – è finalmente aperta la strada verso le future applicazioni dei computer quantistici”.