La siccità che colpisce da tre anni il Corno d’Africa rischia di peggiorare nei prossimi mesi e di essere più devastante di quella che si verificò fra il 2010 e il 2012 e che provocò centinaia di migliaia di vittime.
La denuncia è del centro per la previsione climatica dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), organismo regionale che racchiude al suo interno otto Paesi fra i quali i tre più colpiti dalla calamità naturale oggetto dell’analisi: Somalia, Kenya ed Etiopia.
Le valutazioni sulle condizioni di siccità
Il centro dell’Igad, dopo una riunione che si è svolta a Nairobi, ha pubblicato le sue valutazioni sulla prossima stagione delle piogge che parte a marzo e termina a maggio e durante la quale si verificano il 60 per cento delle precipitazioni che si registrano in media nella regione.
Stando a quanto rilevato dall’ente, anche nei prossimi tre mesi sono previste “piogge in quantità inferiore alla media e temperature invece più alte quelle ordinarie“. Se le previsioni dovessero rivelarsi accurate, si tratterebbe della “sesta stagione delle piogge consecutiva a non verificarsi“, con tre anni di “prolungate condizioni di siccità” in alcune zone di Somalia, Uganda, Kenya ed Etiopia. Tendenze, queste, “peggiori di quelle che si sono osservate durante la siccità del 2011“. Allo stesso tempo, precipitazioni maggiori della media sono previste in alcune zone di confine di Etiopia e Sud Sudan, nel Kenya nord-occidentale e nel centro e nel sud della Tanzania. Stando ai dati di un gruppo di lavoro congiunto dell’Igad e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), a oggi nei tre Paesi più colpiti dalla siccità quasi 23 milioni di persone vivono una condizione di “grave insicurezza alimentare“.
Rischio di migliaia di morti
Secondo l’indice Integrated Phase Classification (Ipc), pure sviluppato dalla Fao e da altre agenzie delle Nazioni Unite, quest’anno nella sola Somalia, 17 milioni di abitanti, 8,3 milioni di persone potrebbero affrontare livelli acuti di insicurezza alimentare entro giugno. La siccità che colpì il Corno d’Africa fra il 2010 e il 2012 riguardò oltre 13 milioni di persone. Stando a dati Onu, in quell’occasione dichiarò formalmente lo stato di calamità fra luglio 2011 e febbraio 2012, cosa non ancora avvenuta per quanto riguarda l’emergenza attuale.
Uno studio commissionato dalla Fao e dalla Food Security and Nutrition Analysis Unit – Somalia (Fsanu) alla London School of Hygiene and Tropical Medicine e alla Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health, ha mostrato che fra le 244mila e le 273mila morti che sono avvenute in Somalia fra il 2010 e il 2012 sono attribuibili alla crisi climatica che colpì il Paese.