Il Covid ha ridotto il numero di nascite premature

Durante il lockdown, la riduzione dell'interazione sociale ha portato a un abbassamento del rischio di infezione che ha inciso nel tasso di nascite pretermine
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Secondo una meta-analisi pubblicata su Nature Human Behaviour nel 2020, durante i primi 3 mesi di lockdown a causa del COVID-19, si è verificata una riduzione del 3-4% delle nascite pretermine in 18 Paesi ad alto e medio reddito.

Lo studio non esamina le ragioni della riduzione delle nascite pretermine e sono necessarie ulteriori ricerche. Si stima che circa 14,8 milioni di nascite pretermine – prima della trentasettesima settimana – avvengano annualmente in tutto il mondo. La nascita prematura è la principale causa di mortalità infantile.

Le cause delle nascite pretermine

Il motivo di questo fenomeno è dovuto probabilmente ad un minore rischio di infezione dovuto al distanziamento sociale, alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. Un altro motivo è l’aumento delle nascite, dovute al minore uso degli anticoncezionali.

Meghan Azad e colleghi hanno raccolto dati sulla base di 51 milioni di nascite tra gennaio 2015 e luglio 2020 in 18 paesi, tra cui Canada, Stati Uniti, Brasile, Finlandia, Australia e Regno Unito, nell’ambito di un’ampia meta-analisi che coinvolge dati provenienti da 26 paesi diversi.

L’evoluzione del fenomeno

Gli autori hanno stimato che in questi paesi le nascite pretermine sono diminuite del 4% nei primi due mesi di lockdown, e del 3% nel terzo mese di lockdown, rispetto agli anni precedenti. Quindi, quasi 50.000 nascite pretermine potrebbero essere state evitate durante il primo mese di lockdown.

Non si sono registrate variazioni nel quarto mese di lockdown, e questa osservazione è stata la stessa per le nascite pretermine prima di 32 settimane. La loro meta-analisi dei tassi di nati morti non ha individuato le prove di cambiamenti nei tassi di nati morti nei paesi ad alto reddito.

Un dato con implicazioni importanti sulla mortalità infantile

Gli autori evidenziano che le loro scoperte non affrontano le ragioni della riduzione delle nascite pretermine durante le prime settimane di lockdown, e non tengono conto degli effetti dell’infezione da COVID-19 sulle nascite pretermine. Si conclude che è necessario ulteriori ricerche sui percorsi dietro queste tendenze per comprendere l’effetto dei lockdown sulle nascite pretermine.

Circa il 10% dei bambini nascono prematuri prima della trentasettesima settimana di gestazione. Si tratta di 15 milioni delle nascite pretermine ogni anno. La nascita prematura e le complicazioni correlate sono la causa principale della mortalità infantile. I neonati che sopravvivono, affrontano un aumento del rischio di morbilità e mortalità nel corso della loro vita.

Un dato che potrebbe sembrare non coerente alla sfida vissuta dal sistema sanitario mondiale

Mentre la maggior parte delle nascite pretermine avvengono in modo spontaneo, alcune di questi parti vengono indotti, per ridurre il rischio di esiti avversi, tra cui la morte alla nascita del bambino. Quest’ultimo fenomeno rappresenta due milioni dei morti neonatali ogni anno.

La diminuzione delle nascite non è coerente al fatto che le donne ad alto rischio e i loro bambini durante il lockdown non hanno ricevuto probabilmente cure tempestive e di qualità, che potenzialmente portano ad aumento dei bambini nati morti.

I Paesi interessati

Nei primi mesi successivi all’introduzione delle restrizioni della pandemia, in risposta alla prima ondata di COVID19, ci sono stati  riduzioni parti pretermine in diversi paesi ad alto reddito, compresa l’Australia (29-36%), Israele (40%) Paesi europei (16-91%) .

Al contrario i dati dal Nepal, l’Uruguay e la California hanno mostrato un aumento dei parti pretermine dell’11-30%. Mentre i dati nazionali provenienti da Canada, Spagna, Svezia e gli Stati Uniti hanno indicato cambiamenti irrilevanti o nulli.

L’Italia ha registrato un aumento dei neonati nati senza vita

In parallelo, studi da paesi a basso e medio reddito (Nepal e Nigeria) e il Regno Unito e l’Italia hanno registrato un aumento di neonati nati morti, ma pochi studi hanno analizzato il parto prematuro e il parto di neonati morti.

Le metodologie per la raccolta dei dati utilizzati in questa ricerca hanno portato ad un dibattito sull’argomento da parte della comunità scientifica. La causa più consolidata delle nascite pretermine spontanee è l’infezione. E’ plausibile che un’immediata e sostanziale riduzione delle infezioni circolanti durante la pandemia, dovuto alle ridotte possibilità di interazione sociale e ad un’aumento delle misure igieniche, abbia abbassato il numero dei parti pretermine.

La funzione della riduzione dell’inquinamento atmosferico nei periodi di lockdown

Inoltre, gli studi hanno anche indicato un aumento del rischio di parto pretermine, dovuto a periodi di elevato inquinamento atmosferico, in particolare in associazione all’esposizione ai rischi ambientali nel terzo trimestre; quindi, la riduzione dell’inquinamento atmosferico, connesso ai periodi di blocco potrebbe potenzialmente avere un impatto immediato sulle nascite pretermine.

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