Crolla la “Quercia delle Streghe”, addio al monumentale albero d’Abruzzo

La "Quercia delle Streghe" è crollata per una potatura non corretta: la rovella aveva oltre 400 anni, con una circonferenza del fusto di 6,40 metri
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Aveva 400 anni la Quercia delle Streghe, la monumentale roverella di ben 6,40 metri di diametro del fusto, il “gigante” di Loreto Aprutino, vicino al passo Cordone, in Abruzzo. La leggenda vuole che l’albero portasse questo nome perché in tempi lontani le donne si radunavano sotto i suoi imponenti rami per preparare pozioni magiche.

WWF: “Denunciato il proprietario del terreno”

Sull’accaduto il WWF ha rilasciato una nota, denunciando il proprietaro del terreno dove sorgeva l’albero, che l’aveva recentemente potato tagliando i rami e una parte della circonferenza, lasciando soltanto un enorme ramo che alla fine è crollato proprio sull’auto del proprietario pacheggiato sotto l’albero. Il proprietario del terreno, secondo i criteri attuati dalla legge 10/2013, non poteva in nessun modo disporre a suo piacimento dell’albero, e per la potatura doveva chiedere il permesso al Comune, ai Carabinieri forestali, alla Regione e al Ministero. Il permesso per la potatura, dopo una “valutazione specialistica“, era stato dato otto mesi fa. Il lavoro sarebbe dovuto essere fatto da esperti, ma così non è stato, lasciando il compito esclusivamente al proprietario del terreno, causando un danno irreparabile.

Graduale scomparsa del patrimonio forestale

Il WWF ha inoltre sottolineato come anno dopo anno, il nostro patrimonio forestale monumentale si stia assottigliando sempre di più. “Gli alberi sono esseri viventi che stanno all’apice di un percorso evolutivo; perdere queste specie significa perdere un patrimonio genetico di conoscenza e di adattamento alla Vita sulla Terra, un patrimonio naturale di cui non comprendiamo tutti i legami strettissimi che ci riguardano ma da cui dipende la nostra sopravvivenza”.

Tante le leggende legate alla quercia

La grande quercia era circondata da molte leggende. Si racconta che avendo il fusto cavo, in tempo di guerra vi si nascondesse all’interno grano e altri generi alimentari, e a volte anche i partigiani. Era stata censita negli anni ’80 nel registro degli alberi monumentali. Più grande di lei solo il Piantone di Nardò, un castagno monumentale che si trova in località Morrice, nel Comune di Valle Castellana (Teramo) con una circonferenza che nel 2000 era di 12,03 metri.

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