Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto ha dichiarato oggi a 24 Mattino su Radio 24 in merito alla mancanza di acqua e i rischi per l’idroelettrico che “la sfida è quella dello stoccaggio di gas per il 2023/24, posso dire che essendo ad oggi ancora oltre il 60% dello stoccaggio del 2022/23 qualche speranza buona c’è di superare il 90% di quelle che sono le nostre riserve ed arrivare ad avere almeno una quindicina di miliardi di metri cubi stoccati. Nel frattempo avremo più rigassificatori, si aggiungeranno Piombino e Ravenna, ed è chiaro che danno sicurezza perché si può comprare gas da tutto il mondo e non solo dai fornitori dove attacca il tubo. Noi giornalmente dalla Russia qualcosa stiamo ancora prendendo, c’è ancora un flusso di 15/20 milioni di metri cubi”.
Rischi sulla produzione idroelettrica
Per quanto riguarda la produzione idroelettrica ha in seguito dichiarato Pichetto: “Certamente ci sono dei rischi sulla produzione idroelettrica, perché se le dighe non sono in grado di far scendere l’acqua, la ruota non gira. Già l’anno scorso abbiamo avuto qualche riduzione e adesso speriamo che si riescano a riempire le dighe nei prossimi due, tre mesi, visto che qualche pioggia dovrebbe esserci, perché altrimenti ci sarebbero delle conseguenze.
Aggiungo un’altra conseguenza: noi importiamo energia dalla Francia da fonte nucleare, e la Francia ha anche un piano di spegnimento di alcune centrali dovuto al fatto che la carenza d’acqua fa mancare l’acqua dei raffreddamenti. Qualche rischio c’è, però naturalmente la valutazione da farsi è quella di mettere in atto una serie di azioni per riempire le dighe il più possibile”.
Alla domanda su possibili razionamenti di acqua il ministro ha risposto a Radio 24: “nessuna decisione di razionamento, ma io credo che dopo un giro di confronto con tutti i grandi consorzi che gestiscono le dighe, con i gestori del sistema idrico integrato nazionale, si debbano tirare le somme e può anche darsi che su alcuni territori sia fondamentale arrivare a questo”.
Auto elettriche per i ricchi
“Quando le auto elettriche erano 6000 il primo anno, 60 mila il secondo anno, potevano starci degli incentivi statali, ma se entriamo in un’ottica di milioni o centinaia di migliaia di acquisti, probabilmente qualche effetto sul bilancio dello Stato gli incentivi ce l’avrebbero e diventa molto difficile. “- sostiene Pichetto-
“Nessuno mette in dubbio l’auto elettrica, è un obiettivo da raggiungere anche se non completamente elettrica perché ci sono dei motori endotermici che possono usare biocarburanti, biometano, che possono funzionare. L’accompagnamento deve essere appaiato al fatto che l’industria deve avere un prezzo possibile a favore della collettività. Oggi l’auto elettrica è fatta solo per i ricchi”.