Influenza aviaria, l’OMS avverte: “prepariamoci ad un’epidemia”. Bassetti: “facciamoci trovare pronti”

Tedros Adhanom Ghebreyesus dell'OMS afferma che "dobbiamo prepararci" a una potenziale pandemia di influenza aviaria umana H5N1
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Lo spauracchio di un’altra epidemia, questa volta di influenza aviaria, torna a far paura. L’OMS sta coinvolgendo i produttori “per assicurarsi che, se necessario, le forniture di vaccini e antivirali saranno disponibili per l’uso globale“, ha aggiunto Tedros. La recente diffusione ai mammiferi dell’influenza H5N1, nota come influenza aviaria, deve essere monitorata. Il rischio per l’uomo rimane basso, ha dichiarato mercoledì l’Organizzazione mondiale della sanità.

L’H5N1 si è diffuso tra il pollame e gli uccelli selvatici da 25 anni. Lo ha spiegato ai giornalisti il ​​​​direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. Le recenti segnalazioni di infezioni in visoni, lontre e otarie “devono essere monitorate attentamente“.

Bassetti: “facciamoci trovare pronti”

Sicuramente il virus H5N1, che poi causa l’influenza AVIARIA, ha raramente infettato gli umani. Tuttavia quando è successo la malattia ha avuto il 56% di mortalità, ovvero un contagiato su due muore. Il Covid all’inizio, in epoca pre-vaccini, aveva l’1-2% di mortalità. Quindi siamo preoccupati di quello che accade negli animali, sono malattie che prima o poi arrivano nell’uomo. A questo proposito il ‘New York Times’ ha pubblicato un articolo sul fatto che una pandemia ancora più mortale potrebbe essere presto da noi“. Così Matteo Bassetti, primario Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, commentando all’Adnkronos Salute il monito rilanciato dallOms.

Credo che pensare che possa arrivare non è sbagliato – avverte Bassetti – Non dobbiamo aspettare, ma investire in due cose: i vaccini attivi contro H5N1, già approvati dalla Fda” americana, “e lavorare per essere pronti a produrne in grande quantità perché non possiamo aspettare 6 mesi per una produzione su larga scala. E anche sviluppare dei test per questo virus e farli a chi è a contatto con i volatili, continuando a testarli e capire se qualcosa non va. Investire poi – raccomanda – su antivirali per averli pronti e avere delle scorte. L’obiettivo ultimo è quello di arrivare a un vaccino universale per H5N1, H3N2, H1N1 e anche Sars-CoV-2. Non è facile, ma abbiamo la tecnologia“.

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