Un’analisi globale dei porti suggerisce che oltre l’86% è esposto a più di tre pericoli naturali ogni anno, con un danno da pericoli naturali stimato in oltre 7,5 miliardi di dollari in tutto il mondo all’anno. Lo studio è pubblicato su Communications Earth & Environment.
Figura 1: Il rischio di pericolo naturale per i porti a livello globale, inclusi i primi 50 porti più a rischio. La dimensione dell’indicatore che mostra l’entità del rischio e il colore che indica il tipo di pericolo dominante.
Le cause principali
L’innalzamento del livello del mare aumenta il potenziale di potenti tempeste e cicloni tropicali, esponendo i porti di tutto il mondo a molteplici pericoli sia terrestri che marini come cicloni, terremoti e inondazioni. Jasper Verschuur e colleghi hanno compilato un database globale di 1.340 porti, tra cui Rotterdam e Los Angeles, in paesi come Paesi Bassi, Stati Uniti, India, Australia e Cina. Gli autori hanno preso in considerazione i danni diretti ai porti e l’interruzione delle attività portuali causata dalla distruzione di infrastrutture entro un chilometro dal porto come strade, ferrovie e cavi elettrici. Se si considerano i danni diretti ai porti e i danni alle infrastrutture circostanti, il costo stimato del danno è di 7,5 miliardi di dollari all’anno. Inoltre, i tempi di inattività associati alla ricostruzione e il periodo di inattività dei porti possono mettere a rischio scambi commerciali per un valore di 63,1 miliardi di dollari ogni anno.
La scoperta degli studiosi
Gli autori hanno scoperto che il 94% (1.260 porti) dei porti nella loro analisi era esposto ad almeno un pericolo naturale e che l’86,2% (1.155 porti) dei porti a livello globale è esposto a più di 3 pericoli ogni anno. Dei 1.340 porti inclusi, gli autori hanno scoperto che 160 hanno un rischio di costi per danni specifici del porto di oltre 10 milioni di dollari USA all’anno e 21 porti hanno un rischio di costi superiori a 50 milioni di dollari USA. Avvertono che il rischio per il commercio è particolarmente pericoloso per i piccoli Stati insulari in via di sviluppo come le Isole Marianne settentrionali, Guam e le Filippine, le cui economie dipendono fortemente dal commercio marittimo
Figura 2 : Il commercio a rischio per i porti a livello globale, inclusi i primi 40 paesi con il rischio commerciale relativo più elevato. I grafici a barre mostrano il relativo commercio a rischio per le economie SIDS rispetto al resto del mondo (ROW) e tra i gruppi di reddito.