Il ministro francese della Transizione ecologica, Christophe Béchu, ha incontrato i prefetti coordinatori di bacino per discutere della siccità invernale senza precedenti in Francia, invitandoli a emettere ordini di restrizione idrica per anticipare possibili situazioni di crisi durante l’estate.
Il ministro ha invitato i prefetti, che guidano la politica di gestione dell’acqua dello Stato, a “non avere la mano che trema nel dare ordini”, dicendosi “allarmato” per l’emergenza idrica nel suolo. La scorsa estate, “abbiamo avuto fino a 700 comuni interessati da problemi di acqua potabile. Se non prendiamo misure a monte, rischiamo di avere una cifra ancora più alta la prossima estate e su territori più ampi”, ha avvertito.
Emergenza idrica
La Francia sta soffrendo da diverse settimane una siccità senza precedenti, dopo un 2022 già particolarmente povero di precipitazioni. Negli ultimi 18 mesi, 15 sono stati deficitari. Tra il 21 gennaio e il 21 febbraio, la terraferma francese non ha avuto precipitazioni reali (quelle giornaliere aggregate sono state inferiori a 1 mm).
Si tratta, quindi, di 32 giorni, il periodo più lungo “dall’inizio delle misurazioni nel 1959”, ha riferito Météo-France. “Non ho difficoltà a spiegare ai prefetti che devono allarmarsi”, ha dichiarato Béchu intervistato da France Presse. In tre regioni, “Occitania, Alvernia-Rodano-Alpi e regione meridionale”, ha detto il ministro, “il livello di umidità del suolo corrisponde a quello normalmente osservato a fine maggio”.
Massima allerta per quattro dipartimenti
Il ministro ha quindi chiesto ai prefetti di convocare i comitati dipartimentali per le risorse idriche entro la fine di marzo per emettere ordini di restrizione ove necessario. Ha inoltre auspicato un “osservatorio diretto dei comuni che sono privi in tutto o in parte di acqua potabile”. Christophe Béchu è tornato anche sulla mancanza di neve che dovrebbe comportare “un deficit idrico nelle nostre valli“.
A partire dalla “seconda metà di aprile, l’acqua non sarà in grado di ricaricare a sufficienza le falde acquifere”, ha sottolineato. Al momento, quattro dipartimenti sono già in stato di massima allerta: Ain, Isère, Bouches-du-Rhône e Pyrénées-orientales. Una cifra destinata inevitabilmente a salire, ha avvertito Christophe Béchu.