Polvere cosmica: un nuovo radar può svelare se c’è vita extraterrestre

Un metodo senza contatto e non invasivo può studiare gli effetti meccanici della luce, e la composizione minerale della polvere cosmica
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La polvere cosmica gioca un ruolo dominante nell’universo e in questo articolo pubblicato su The Astrophysical Journal i ricercatori mostrano come le pinzette ottiche Raman possono aiutarci a capirla meglio. Essa gioca un ruolo dominante nell’universo, specialmente nella formazione delle stelle e dei sistemi planetari. Inoltre, gli agglomerati di polvere cosmica sono le aree dove si formano idrogeno molecolare e composti organici semplici.

Gli studiosi hanno manipolato le singole particelle di polvere in una soluzione d’acqua con un metodo senza contatto e non invasivo come quello delle pinzette ottiche standard e Raman, per esaminare la risposta agli effetti meccanici della luce (forze ottiche e coppie) e per determinare le loro composizioni minerali.

L’intrappolamento della polvere cosmica

Da questo studio si evince come la forza ottica abbia un ruolo chiave nella composizione e nella complessa morfologia nell’intrappolamento ottico delle particelle di polvere cosmica. Questo apre prospettive per future applicazioni di pinzette ottiche in strutture di cura per esaminare i campioni prelevati in missione negli ambienti extraterrestri.

Questo studio sperimentale convalida la cattura ottica per l’analisi della polvere cosmica, aprendo nuove prospettive nell’indagine delle particelle extraterrestri sul nostro pianeta.

Le tecniche di intrappolamento ottico, grazie alla loro combinazione unica e non invasiva di capacità, possono essere utilizzate per ottimizzare i tempi di analisi dei campioni di polvere cosmica raccolti dalle attuali e future missioni di ritorno del campione, in particolare durante le procedure di indagine preliminare nelle strutture riceventi-curative (Smith et al. 2021).

Un metodo ad alta risoluzione, senza contatto e non invasivo

Le analisi ad alta risoluzione, senza contatto e non invasive della polvere planetaria dovrebbero fornire informazioni senza precedenti sull’origine astrofisica e l’evoluzione geologica dei loro corpi progenitori.

Inoltre, ci si aspetta anche che siano strumentali per la valutazione del rischio biologico per le missioni di ritorno di campioni limitati, come quelle che hanno come obiettivo Marte o i corpi ghiacciati nel sistema solare esterno, e l’individuazione di vita extraterrestre passata o esistente.

Infine, la riuscita dell’intrappolamento delle particelle in un mezzo idrico è il primo passo verso la realizzazione di trappole nel vuoto d’aria, una micromanipolazione totalmente non invasiva fondamentale per i materiali extraterrestri.

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