Negli ultimi giorni, è nato l’ennesimo dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina: questa volta, l’argomento di discussione è l’altezza della struttura. Il Presidente di Federlogistica-Conftrasporto, Luigi Merlo, si dice favorevole al ponte, a patto che non diventi una barriera per le grandi navi. “Secondo voci insistenti – afferma – i diversi studi progettuali prevedrebbero un’altezza massima di 65 metri sul livello del mare che, considerando l’altezza media delle grandi navi da crociera ma anche navi impegnate nel trasporto merci e container, impedirebbe il transito di molte unità navali che già oggi operano in Mediterraneo”. A tali condizioni, a suo avviso, queste ultime sarebbero “costrette teoricamente, una volta costruito il ponte, a circumnavigare tutta la Sicilia anche solo per raggiungere Messina o Catania partendo da Napoli“.
Merlo si rivolge pertanto al Ministero delle Infrastrutture, chiedendo se corrispondano al vero i dati sulle caratteristiche progettuali sulle quali si sta lavorando, sottolineando che “l’effetto muro potrebbe risultare ancora maggiore se il transito delle navi sotto il ponte avvenisse con moto ondoso marcato, per non parlare di eventi atmosferici diventati ormai consueti anche alle nostre latitudini e, infine, in considerazione del fenomeno in atto di innalzamento del livello del mare”. “Ci rendiamo perfettamente conto – conclude Merlo – che un ponte più alto sul livello del mare comporterà una variazione sostanziale nelle rampe di accesso e quindi una penetrazione maggiore delle stesse sul territorio siciliano e calabrese, ma crediamo sia nostro dovere collaborare con il governo per progettare e realizzare un’opera che deve rappresentare una svolta anche per il sistema logistico nazionale; sistema che non può certo permettersi il lusso di erigere barriere sulle rotte più importanti del traffico marittimo”. “È questo – conclude – il senso della nostra segnalazione preventiva”.
In realtà, non c’è niente di vero. Attualmente non esiste nave al mondo che non passerebbe sotto il ponte progettato dal Consorzio Eurolink di cui la Salini-Impregilo, oggi Webuild, è capofila.