Scoperte le più antiche sacche di acqua marina negli oceani, risalgono a oltre 400 milioni di anni fa

Uno studio scientifico ha confermato che il liquido all'interno delle rocce corrispondeva al profilo del mare che attraversava lo stato di New York
MeteoWeb

Intrappolati per millenni, i più piccoli resti di sacche di acqua marina sono stati ritrovati nel Nord America, all’interno di rocce e minerali formatisi oltre 390 milioni di anni fa. Descritta sulla rivista Earth and Planetary Science Letters, questa scoperta e’ stata effettuata dagli scienziati del Pacific Northwest National, dell’Universita’ di Toronto e dell’Universita’ della California a Riverside.

Svelato il contenuto delle sacche di acqua

Il team, guidato da Sandra Taylor, Daniel Perea, John Cliff, Libor Kovarik, Daniel Gregory e Timothy Lyons, ha utilizzato microscopia avanzata e analisi chimiche per rivelare il contenuto di sacche d’acqua intrappolate all’interno rocce e minerali di oltre 390 milioni di anni fa.  Molti tipi di minerali e gemme, spiegano gli autori, contengono piccole sacche di liquido intrappolato all’interno. I dati hanno confermato che il liquido all’interno delle rocce studiate corrispondeva al profilo chimico del mare che un tempo attraversava lo stato di New York, dove le rocce si sono formate.

Gli oceani si adattano al cambiamento climatico

Questi risultati, commentano gli esperti, gettano nuova luce sull’analisi di come gli oceani possano cambiare e adattarsi al cambiamento climatico. Questo approccio puo’ essere inoltre utilizzato per capire come l’idrogeno possa essere immagazzinato nel sottosuolo, trasportato e impiegato come fonte di combustibile priva di carbonio. “Abbiamo scoperto – afferma Taylor – che possiamo effettivamente estrarre informazioni da questi minerali, e i dati ottenuti possono aiutarci a comprendere la chimica dell’acqua nei tempi antichi”.

La scoperta sensazionale degli studiosi

Dopo aver esaminato i campioni attraverso il microscopio elettronico, gli scienziati hanno applicato delle tecniche di rilevamento per rilevare le impurita’ nei minerali. Grazie a questo metodo, il team ha scoperto che le bolle contenevano acqua antichissima. “Usiamo i depositi di minerali per stimare la temperatura degli antichi oceani – aggiunge Gregory – ma ci sono pochi esempi utili nella documentazione geologica. I depositi di sale dall’acqua di mare intrappolata sono relativamente rari nello studio delle rocce, per cui ci sono moltissime lacune nella nostra conoscenza di questi aspetti. Il nostro approccio potrebbe portare a una nuova comprensione del cambiamento climatico”. “La capacita’ di recuperare e immagazzinare in sicurezza grandi quantita’ di idrogeno dai serbatoi geologici sotterranei – conclude Taylor – potrebbe favorire l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile a basse emissioni nelle applicazioni energetiche. La tomografia con sonda atomica permette di osservare cosa avviene a livello atomico all’interno delle rocce. Grazie a questa tecnica, potremmo quindi valutare e ottimizzare nuove strategie per lo stoccaggio dell’idrogeno nel sottosuolo”.

Condividi