Siccità, “situazione molto grave nel Biellese, non abbiamo più tempo”: “subito Piano idrico nazionale e Autorità”

Allarme siccità al Nord, nel Biellese autobotti per la carenza idrica: “"per marzo e aprile non dovessero arrivare nuove precipitazioni, la situazione sarà critica"
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Per il secondo anno di fila, il Nord Italia è alle prese con una grave siccità, determinata dalla scarsità di precipitazioni. La situazione è particolarmente grave al Nord-Ovest, al punto che nel Biellese 5 comuni sono serviti dalle autobotti per la carenza di acqua. “C’è sempre meno tempo. È una situazione molto grave. Da oltre un anno non si verificano delle precipitazioni interessanti sia dal punto di vista delle acque che della neve in quota. Era inevitabile raggiungere questo punto“, dice a LaPresse il Presidente della Provincia di Biella, Emanuele Ramella Pralungo. 

Al momento le autobotti sono sufficienti per riempire gli acquedotti e per servire i cittadini. È un countdown: se dovesse abbassarsi improvvisamente la temperatura, la poca acqua che c’è rischia di ghiacciarsi: è un doppio pericolo. I cittadini devono comprendere che l’acqua è un bene prezioso e va usata con raziocino e intelligenza. La risorsa idrica non è scontata, ci auguriamo che non sia necessario razionare o interrompere il servizio”, prosegue.  

Non sono ancora iniziati i periodi di semina che probabilmente saranno posticipati. Normalmente l’inverno era nevoso in quota e la primavera piovosa. Ci auguriamo ci siano precipitazioni costanti perché le bombe d’acqua preoccupano”, ha aggiunto. 

Ai microfoni di LaPresse, il Presidente dell’Ordine Geologi Lombardi, Roberto Perotti, sottolinea che se “per marzo e aprile non dovessero arrivare nuove precipitazioni, la situazione sarà critica. Serve maggiore attenzione alle infrastrutture. Bisogna gestire bene le sorgenti e i pozzi, verificarne l’efficientamento, incrementarne la capacità produttiva con opportuni studi e ricognizioni. C’era già in programma da parte di ANBI – aggiunge Perotti – una serie di progetti di microinvasi sparsi lungo il territorio che avrebbero dovuto accumulare l’acqua per servirla sul territorio, ma per quanto ne so lo scorso anno è stato realizzato solo il 2% di questi progetti. Siamo indietro”.  

Siccità, Gargano: “subito Piano idrico nazionale e Autorità” 

Per affrontare la questione siccità in Italia servono “con urgenza un piano idrico nazionale, con un quadro generale degli interventi da fare per tutte le utenze – di acqua potabile, irrigua, reflue – e con regole e risorse e l’istituzione di un’Agenzia unica per le decisioni, con poteri di coordinamento, perché oggi il tema acqua è trattato da tre ministeri Infrastrutture, Ambiente e Agricoltura“. A dirlo è il direttore generale dell’ANBI Massimo Gargano, ricordando che “il Paese ha risorse non spese, come 1,9 miliardi del Fondo di sviluppo e coesione di un bando scaduto il 15 ottobre 2022 per interventi idrici e irrigui a cui hanno partecipato enti gestori e il mondo dei consorzi a cui il ministero del Sud (oggi ministero per la Coesione territoriale) non ha risposto”. Gargano, conversando con l’Ansa, ha esortato il governo a “non assumere un atteggiamento notarile” e a “non aspettare i danni”, su cui poi intervenire.  

Quanto alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, “per il settore idrico sono scarse rispetto ai problemi – prosegue Gargano – e finanziano solo l’efficientamento e l’ammodernamento dell’esistente, non infrastrutture nuove“. Quindi, aggiunge, “le risorse vanno trovate altrove”. Nel ricordare che “nel 2022 solo la Sardegna non ha avuto problemi di approvvigionamento grazie a dighe e invasi costruiti grazie alla Cassa del Mezzogiorno”, il Dg dell’ANBI ha rilevato che un piano idrico nazionale serve perché “serva una visione sulle infrastrutture, che i diversi risvolti dell’acqua da quello potabile, a quello irriguo, dall’energetico all’ambientale”.  

Il progetto Laghetti, che potrebbe fornire acqua potabile, per produrre energia e irrigazione, prevede di “realizzare 10mila invasi entro il 2030 e per 2023 è tutto pronto per avviare gare e lavori”, spiega Gargano, stimando un investimento di circa 3 miliardi di euro e sottolineandone il valore ambientale perché “verrebbero realizzati solo con terreno, senza cemento, su torrenti o zone collinari e potrebbero ospitare pannelli fotovoltaici galleggianti e fatti su diversi livelli potrebbero produrre energia da idroelettrico attraverso i salti. Di notte si potrebbe ricaricare il laghetto posto più in alto con parte dell’acqua con una funzione di batteria elettrica”. Questo è un valore, al contrario ad esempio di “alcune dighe costruite in passato in Sicilia e Molise senza schemi di collegamento per cui l’acqua non può essere distribuita”.  

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