Serve una task force per far fronte all’emergenza siccità che ”ormai rischia di diventare una calamità nazionale”, secondo il Ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, un gruppo di lavoro, spiega in un’intervista alla Stampa, per ”riuscire finalmente a programmare una serie di interventi a breve, media e lunga scadenza per neutralizzare, o almeno ridurre, gli effetti devastanti della siccità” che ormai è una delle ”conseguenze del cambiamento climatico. Dobbiamo prenderne atto”.
Nell’immediato ”l’unica soluzione è un sano e realistico piano di razionamento, dove c’è crisi. Si potrebbe vigilare l’uso dell’acqua potabile per usi non domestici nelle zone critiche. L’eventuale razionamento è comunque una scelta dei sindaci e dei presidenti di regione. Naturalmente è un rimedio estremo, di cui si potrà fare a meno se, e quando. pioverà, come si spera”. Sul medio e lungo termine nelle ”regioni si può per esempio cominciare a pubblicare un bando per la realizzazione di “laghetti aziendali” per accumulare l’acqua piovana: in Italia utilizziamo solo l’11% di quella che cade ogni anno. Poi serve la manutenzione nelle dighe e nelle reti idriche urbane che in molti casi sono un colabrodo. Inoltre, perché non usare acqua depurata per irrigare i campi? In Israele hanno raggiunto risultati davvero straordinari e faremmo bene ad emularli. Senza queste e altre iniziative continueremo a inseguire il miracolo della pioggia che non arriva. Se si dovesse varare un piano di interventi non si potrebbero ottenere risultati prima di un paio d’anni”.