Sotto esame gli ovociti che hanno viaggiato nello spazio con la missione Minerva di Samantha Cristoforetti

Aperto il contenitore con gli ovociti che hanno viaggiato nello spazio nell’ambito dell’esperimento Ovospace della missione Minerva
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È iniziato l’esame degli ovociti che hanno viaggiato nello spazio con l’esperimento Ovospace della missione Minerva, uno degli esperimenti italiani condotti sulla Stazione Spaziale Internazionale dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. Il contenitore è stato aperto nei laboratori del Polo Tecnologico ‘Fabbrica dell’Innovazione’ di Napoli dai tecnici della società spaziale Ali.  

L’esperimento è stato promosso nel quadro di un accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Università La Sapienza di Roma. L’interesse scientifico dell’esperimento, si legge in una nota, è motivato dall’opportunità di approfondire genesi e sviluppo del processo riproduttivo in assenza di gravità, aspetto per il quale esiste scarsa letteratura e che le maggiori agenzie spaziali ritengono di interesse per le future prospettive dell’esplorazione umana dello spazio.  

L’apertura e lo studio dell’Ovospace “ha confermato il pieno successo tecnologico e scientifico della missione, che rappresenta il primo, importante, passo nella comprensione del comportamento di queste cellule in ambiente spaziale e su come questo influisca sulla loro corretta formazione”. Aspetti importanti per lo sviluppo di terapie contro l’infertilità e per garantire salute e benessere di futuri equipaggi che parteciperanno a missioni di insediamento umano e di lunga permanenza nello spazio. “Il successo della missione – commenta Giovanni Squame, presidente di Ali – è il riconoscimento all’impegno delle nostre maestranze e un fondamentale contributo alla ricerca spaziale che viene dal Sud. Ali è fiera di questo risultato che premia un metodo di lavoro basato sulla stretta collaborazione tra imprese, centri di ricerca e università”.  

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