Straordinarie specie di Nautilus scoperte nel mar dei Coralli e nel Pacifico | FOTO

Nel mar dei Coralli e nel Pacifico meridionale sono state identificate tre nuove specie di straordinari Nautilus, molluschi cefalopodi di ambiente marino
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Gli oceani nascondono un’innumerevole quantità di specie di animali marini non ancora noti. Nel mar dei Coralli e nel Pacifico meridionale sono state identificate tre nuove specie di nautiloidi. Si tratta di una sottoclasse di molluschi cefalopodi di ambiente marino. A descriverli sulla rivista ‘ZooKeys‘ gli scienziati del Dipartimento di Scienze marine degli Stati Uniti, dell’Università di Guam, dell’Università di Harvard, dell’American Museum of Natural History di New York e dell’Università di Washington.

L’equipe di ricercatori, guidata da Gregory Barord, ha individuato tre lignaggi precedentemente sconosciuti di Nautilus. I nautiloidi, spiegano gli autori, una tempo abbondavano in tutti gli oceani. A dimostrarlo è  la documentazione fossile risalente al Cambriano. Attualmente, invece, si conoscono poche specie.

Tre nuove specie di Nautilus

I ricercatori hanno identificato in particolare tre nuove specie, chiamate Nautilus vitiensis, scoperta nelle isole Fiji, il Nautilus samoaensis, nelle Samoa americane e il Nautilus vanuatuensis di Vanuatu, in Oceania. Questi risultati, commentano gli studiosi, evidenziano il concetto di speciazione allopatrica, o isolamento biogeografico. Questo si verifica quando diverse popolazioni di individui risultano geograficamente separate tra loro, determinando una barriera al flusso genico. Nel tempo, queste popolazioni possono eventualmente evolversi in specie distinte.

Raccogliere i Nautilus non è semplice – spiega Barord – nel nostro progetto abbiamo inizialmente costruito grandi trappole in acciaio di circa un metro cubo. Il telaio viene poi avvolto con una rete di filo di pollo e attraverso un foro di ingresso viene fissato a una boa di superficie con un’esca“. Il giorno successivo le trappole vengono recuperate e issate manualmente a bordo.

Gli organismi vengono quindi deposti in acqua di mare e può iniziare la raccolta dati – continua Barord – a questo punto effettuiamo foto e misurazioni sui campioni di tessuto. Successivamente gli animali vengono riportati nel loro habitat“. I nautiloidi sono stati spesso raccolti da commercianti di conchiglie. Questi esemplari, infatti, hanno forme uniche dei gusci. A livello alimentare, invece, l’animale viene raramente consumato. Attualmente, non si conoscono attività di pesca note nelle Fiji, Samoa americane o Vanuatu, dunque il rischio che le popolazioni diminuiscano è molto basso. “Studiare i nautilus – conclude Barord – è importante per comprendere le minacce che la famiglia dovrà affrontare a causa dell’acidificazione degli oceani e dell’aumento delle temperature. Ci sono ancora molti interrogativi a cui non sappiamo dare risposta e che speriamo di svelare nei prossimi studi

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