Dalle costruzioni, alla logistica, fino ai trasporti, non si contano più le filiere produttive per le quali l’idrogeno si sta imponendo come uno dei paradigmi energetici del futuro, in un’ottica di risparmio economico e sostenibilità ambientale.
Non a caso il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (Pnrr) sbloccherà investimenti complessivi per oltre 2 miliardi di euro a favore della nuova tecnologia green. Ma, se è ormai chiaro che per vincere la sfida della decarbonizzazione totale entro il 2050, la tecnologia dell’idrogeno è imprescindibile, è altrettanto chiaro che per creare una filiera in grado di produrlo a impatto zero e di sostenerne la futura domanda, si deve agire subito.Con investimenti adeguati e un’azione politica definita e strutturata.
La seconda edizione della Hydrogen Expo per le energie rinnovabili
Tutti temi che saranno al centro della 2ª edizione della Hydrogen Expo, l’innovativa mostra-convegno italiana dedicata al comparto tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in programma dal 17 al 19 maggio 2023 negli spazi del Piacenza Expo.
La manifestazione piacentina organizzata da Mediapoint &Exhibition, infatti, già dalla sua prima edizione, si è imposta quale palcoscenico ideale per la creazione di un network sinergico tra i player della filiera dell’idrogeno, potenziali utilizzatori e istituzioni.
In meno di un anno è diventata il luogo fisico dove si incontrano e confrontano richieste, prospettive e necessità di quanti l’idrogeno lo producono e di chi l’idrogeno spera di utilizzarlo a breve.
Non a caso la seconda edizione della kermesse ha registrato un boom di espositori (già più del doppio rispetto a quelli dello scorso anno) ed oltre 30 patrocini, tra istituzioni pubbliche e associazioni di categoria.
L’utilizzo dell’idrogeno verde
A partire da quelli del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, della Regione Emilia Romagna, dell’Enea e del Comune di Piacenza, fino a quelli di alcune primarie organizzazioni delle filiere interessate: la Federazione di settore delle Associazioni della Filiera del Cemento e del Calcestruzzo (Federberton), l’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici (Anita), della Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica (Confetra), dell’Associazione degli Armatori (Assarmatori).
Una strategia focalizzata sulla decarbonizzazione
Della necessità di dover “fare sistema” al più presto è assolutamente convinto Roberto Callieri, presidente di Federberton, per il quale: “L’utilizzo dell’idrogeno verde è una delle possibili leve considerate dalla filiera del cemento e del calcestruzzo per la decarbonizzazione. Fa parte di una strategia più ampia, che comprende anche tecnologie più focalizzate sul settore, come la cattura e riutilizzo o stoccaggio della CO2“.
Aggiunge poi Callieri: “La filiera ha fissato obiettivi, azioni e scadenze per portare l’industria alla carbon neutrality nel 2050, a fronte di investimenti importanti (4,2 miliardi di euro, oltre a extra-costi operativi pari a circa 1,4 miliardi annui). Al di là dell’impegno delle aziende, quella della decarbonizzazione è una sfida che si vincerà solo con un’azione di sistema. Le imprese dovranno essere tutelate e supportate lungo un percorso che le pone in posizione di svantaggio rispetto ai Paesi extra-EU che non condividono gli stessi obiettivi e le stesse normative ambientali.”
Una filiera dell’idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili
Punta invece sulla necessità di creare “una filiera verde” per la produzione di idrogeno Thomas Baumgartner, Presidente di Anita: “L’idrogeno è una tecnologia che potrebbe giocare nel lungo termine un ruolo fondamentale nel complesso e ambizioso progetto di decarbonizzazione del trasporto stradale, con particolare riferimento a quello di lungo raggio. La filiera dell’idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili è però tutta da sviluppare ed è importante che questa, per essere davvero sostenibile, derivi da fonti rinnovabili e non utilizzi come materia prima combustibili fossili. Anche la produzione di veicoli alimentati da questa tecnologia è ancora da implementare e le infrastrutture di rifornimento sono da costruire. Oggi possiamo dire che l’idrogeno sia in una fase assolutamente sperimentale e per questo è importante considerarla una delle possibili tecnologie che potrebbero esserci in futuro, senza dimenticare l’importante contributo dei biocarburanti nella transizione energetica e ambientale verso un autotrasporto a zero emissioni“.
Salvare il futuro dell’intera filiera della produzione dei mezzi di trasporto
Per Carlo De Ruvo, Presidente di Confetra, puntare sull’idrogeno, significa salvaguardare il futuro dell’intera filiera della produzione dei mezzi di trasporto. Da qui il suo richiamo alla “politica”: “L’idrogeno
rimane la più importante prospettiva di medio-lungo periodo per il mondo del trasporto e della logistica con un ruolo chiave per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 e la riduzione
dell’inquinamento atmosferico“.
De Ruvo continua: “Puntare all’idrogeno è fondamentale, anche per salvaguardare una rilevante filiera industriale dei mezzi di trasporto come quella nazionale ed europea. Ma va pianificata un’intera filiera produttiva sulla materia prima, basata sulla produzione a zero emissioni e sulla distribuzione sul territorio. Si tratta di promuovere una vera e propria politica industriale dedicata, dalla ricerca, sviluppo e innovazione fino alla produzione, in parallelo con la produzione di mezzi di trasporto efficienti e sicuri. Questo sarebbe un tema su cui la politica dovrebbe concentrarsi in modo più chiaro, ad esempio riguardo la riprogrammazione delle risorse del PNRR e dei Fondi di Coesione e sul loro utilizzo per la decarbonizzazione“.
“Nel futuro è necessario adottare un mix di soluzioni transizionali a ridotto impatto clima“
De Ruvo conclude: “Nell’immediato vediamo invece la necessità di adottare un mix di soluzioni transizionali a ridotto impatto clima alterante come bio gas, elettrico, ibrido, LNG etc…“. Anche l’universo degli armatori navali guarda con estrema attenzione a quanto sta accadendo nella filiera
dell’idrogeno, come testimoniano le parole del dottor Stefano Messina, presidente di Assarmatori: “L’idrogeno nel suo ciclo di produzione “green”, ossia l’ “idrogeno verde”, prodotto con energie primarie rinnovabili, ha un ruolo fondamentale nel processo di decarbonizzazione in corso.
Stiamo assistendo ad una nuova “rivoluzione industriale”
Messina continua: “Stiamo assistendo sicuramente ad una nuova “rivoluzione industriale” che cambierà radicalmente il modo di produrre e consumare energia e l’idrogeno sarà certamente uno dei protagonisti di questa rivoluzione, perché rappresenta uno tra i migliori modi di immagazzinare l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili che, per la loro natura, sono “intermittenti” ed indipendenti dalla “domanda”.
Messina conclude: “Dalle rinnovabili è facile produrre energia elettrica e da questa produrre idrogeno, che può essere poi usato come fonte energetica. Il settore navale è impegnato da tempo nella transizione energetica e guarda con interesse all’idrogeno, sia in forma diretta che immagazzinato sotto forma di ammoniaca. Permangono comunque problematiche di sicurezza che vanno attentamente valutate e risolte e la necessità di una complessa e capillare rete di produzione e distribuzione nei porti.”