Il sismologo Antonio Piersanti dell’INGV, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, spiega all’AGI cosa è successo ieri al confine tra la Turchia e la Siria, devastate da due forti scosse di terremoto, seguite da centinaia di repliche. “Noi al momento stiamo registrando tutti gli eventi sismici successivi alle due scosse di magnitudo 7.9 e 7.5 di ieri. Per capire quello che è successo occorreranno una serie di accertamenti successivi. Quello che possiamo dire è che in un qualsiasi terremoto c’è sempre una parte di crosta terrestre che si rompe, può succedere che due eventi siano sulla stessa faglia oppure, che è quello che è probabilmente accaduto in Turchia, che ci sia stata una seconda faglia“, ha detto Piersanti.
“E’ verosimile – prosegue Piersanti – che si possa parlare di ‘doppietta‘, anche se il termine non è scientifico ma possiamo indicare che ci sono stati due fenomeni vicini con magnitudo elevata e a poche ore di distanza”. “Nella stragrande maggioranza dei casi, un evento così forte è seguito da migliaia di piccolissimi eventi sismici – aggiunge Piersanti – e in Turchia in queste ore sta avvenendo proprio questo. Sono stati registrate sequenze di magnitudo 5 e anche 5.5″. “Purtroppo non è prevedibile con certezza quello che avverrà nelle prossime ore – conclude il sismologo Piersanti – anche se statisticamente, nella maggior parte dei casi, le scosse sismiche nella zona possono andare avanti per alcune settimane. Ma è imprevedibile capirne l’entità“.
“Di doppiette ne vediamo tante, anche ad Amatrice e Norcia la sequenza sismica ha visto due faglie diverse“, ha detto all’ANSA il Presidente dell’INGV, Carlo Doglioni, riferendosi ai terremoti del 3 settembre 2016, che hanno seguito di pochi giorni quello del 24 agosto. Osservare questi fenomeni è una sorta di “esperimento scientifico in cui riusciamo a capire cose nuove”, ha detto ancora Doglioni. Doppiette simili sono state osservate anche nei terremoti avvenuti in Turchia nel 1999, prima a Izmit e poi a Düzce; è accaduto anche nel 2019 in California, nel terremoto di Ridgecrest.
Dopo la prima scossa del terremoto in Turchia e Siria, di magnitudo 7.8, sono state registrate almeno 125 repliche di magnitudo 4 o superiore, secondo l’istituto geologico degli Stati Uniti. Le scosse di assestamento si estendono per oltre 400 chilometri lungo la faglia che si è rotta nel sud della Turchia.