Terremoto Turchia, ragazzo estratto dalle macerie: pompieri italiani trovano altri tre vivi

La situazione "è drammatica" e "le richieste di aiuto tantissime: siamo costretti a scegliere chi salvare sulla base di dati oggettivi". Lo ha raccontato un infiermiere italiano in Turchia
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Un ragazzo di 12 anni è stato estratto vivo e portato via in barella dalle macerie di uno dei tanti palazzi distrutti dal terremoto a Nurdagi, vicino Gaziantep in Turchia. Il salvataggio è stato ripreso in diretta da Rai News 24. Per liberare il giovane Khadir ci sono volute due ore. Il bambino è stato protetto dal corpo della madre, grazie al quale i soccorritori sono riusciti ad aprire un varco e a salvarlo dopo circa 62 ore sotto le macerie. Tra le macerie del palazzo potrebbero esserci decine di persone – è stato riferito durante la diretta – e non è chiaro se siano sentite altre voci dalle macerie.

I Vigili del fuoco italiani individuano altri tre vivi

Oltre ad un 23enne liberato dalle macerie ad Antiochia, a quanto apprende l’AGI sono altre tre le persone ancora in vita individuate dal team Usar (Urban search and rescue) dei vigili del fuoco italiani: due ragazzi, un maschio e una femmina, e una signora di circa 60 anni. Al lavoro anche i nuclei cinofili.

Ci sono volute 9 ore di lavoro per estrarre dalle macerie il ragazzo di 23 anni,. Il giovane stava sotto 3 solai, con una gamba incastrata sotto un termosifone. A tirarlo fuori sono stati i team Usar (Urban search and rescue, specializzati proprio in questa attività) di Toscana e Lazio e durante le 9 ore di lavoro ci sono state diverse scosse di assestamento che hanno reso ancora più complicato l’intervento.

Infermiere: “costretti a scegliere a chi dare aiuto”

La situazione “è drammatica” e “le richieste di aiuto tantissime: siamo costretti a scegliere chi salvare sulla base di dati oggettivi”. Lo racconta all’ANSA Samuele Pacchi, infermiere toscano partito per portare soccorso in Turchia dopo il sisma ed operativo nella città di Hatay. “Sono scene disperate: le persone si inginocchiano, piangono e ci implorano di intervenire. Diventa davvero difficile dire di no, ma purtroppo – afferma – siamo costretti a dover fare una scelta e dobbiamo per forza concentrarci di più sui dati oggettivi, come le voci da sotto le macerie oppure se uno dei nostri cani dei vigili del fuoco sente una scia“.

L’ex giornalista Ozel Pikal ha detto di aver visto otto corpi estratti dalle rovine di un edificio nella città turca di Malatya. Si pensa che alcuni di loro siano morti per congelamento, visto che le temperature sono scese fino a -6°. “A oggi non c’è più speranza a Malatya“, racconta Pikal al telefono ad Associated Press, “nessuno sta uscendo vivo dalle macerie“.

I corpi sono stati posti uno accanto all’altro a terra, coperti da coperte, mentre i soccorritori aspettavano che i veicoli funebri li raccogliessero. Le chiusure stradali e i danni nella regione hanno reso difficile l’accesso alle aree colpite dal terribile terremoto di lunedì. A ciò si aggiunge la carenza di soccorritori e il freddo, che ha ostacolato gli sforzi di ricerca dei superstiti. “Le nostre mani non possono raccogliere nulla a causa del freddo“, aggiunge Pikal, “servono macchine da lavoro“.

In Siria trecentomila sfollati

Quasi 300.00 persone sono state sfollate dalla Siria controllata dal governo di Assad a causa del terribile terremoto che lunedì ha colpito la Turchia e la Siria. Lo ha detto ai giornalisti il ministro dell’Amministrazione locale e dell’ambiente, Hussein Makhlouf, aggiungendo che 180 rifugi sono stati istituiti nel nord della Siria per ospitare alcune delle 298.829 persone che hanno lasciato le loro case. Makhlouf ha aggiunto che le sanzioni occidentali imposte stanno facendo soffrire i siriani ostacolando la capacità dello Stato di affrontare le ripercussioni del terremoto.

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