L’asteroide 2023 DZ2 appena scoperto “navigherà in sicurezza oltre la Terra oggi”, scrive la NASA su Twitter. “Gli asteroidi incrociano l’orbita terrestre in continuazione, ma un approccio ravvicinato di uno di queste dimensioni (circa 43 per 95 metri) avviene solo circa una volta ogni decennio. (Non esiste una minaccia nota per almeno i prossimi 100 anni)”. In particolare, “l’asteroide 2023 DZ2 passerà a 161.000 chilometri di distanza dalla Terra, circa la metà della distanza dalla Luna“. Il massimo avvicinamento avverrà alle 20:52 ora italiana di oggi.
Come osservare l’asteroide
L’asteroide sfreccerà vicino al nostro pianeta ad una velocità di 28mila km/h. Gli skywatcher con telescopi da 15cm o più grandi hanno l’opportunità di vedere la roccia spaziale già da ieri sera dall’emisfero settentrionale. Osservato con un telescopio dall’emisfero settentrionale, l’asteroide sembrerà una stella che si muove lentamente sull’orizzonte sudorientale, a Est delle costellazioni di Orione, Cane Maggiore e Cane Minore, secondo EarthSky.
L’asteroide di classe Apollo 2023 DZ2 e la sua origine
L’asteroide è stato scoperto per la prima volta dagli astronomi dell’Osservatorio de La Palma, nelle Isole Canarie, nel febbraio 2023. Poiché attraversa l’orbita terrestre, il sasso spaziale è noto come “asteroide di classe Apollo”. Sebbene l’origine precisa di 2023 DZ2 sia sconosciuta, la maggior parte degli asteroidi “near-Earth” hanno origine nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove, espulsi dalle loro orbite tipiche dalle interazioni con Giove.
Ipoteticamente, se 2023 DZ2 si schiantasse sulla Terra, potrebbe causare gravi danni. La meteora di Chelyabinsk esplosa sulla Russia nel 2013 era probabilmente grande circa 18 metri e ha danneggiato 7mila edifici, ferendo più di 1.400 persone (principalmente a causa del vetro). Si stima che il nuovo visitatore sia almeno 3 volte più grande. Nonostante in precedenza avesse creato preoccupazione per le previsioni di impatto per il 2026, in seguito a nuove analisi la probabilità si è molto ridotta, fino a 1 su 38.000.000. Con ulteriori osservazioni è probabile che gli astronomi escludano anche questo rischio minimo.