La sostenibilità declinata nella ricerca scientifica, nell’organizzazione, nella didattica e nella terza missione sarà il faro dell’azione dei prossimi anni dell’università italiana. Un tema oggi sottolineato dai relatori presenti nell’aula magna dell’ Università Campus Bio-Medico di Roma, che ha dato avvio ai festeggiamenti del suo 30esimo anno di vita. “La storia dei nostri primi 30 anni è un percorso straordinario e coerente con l’impostazione centrata sulla persona” ha detto il Magnifico Rettore Prof. Eugenio Guglielmelli durante l’intervento con cui ha dato il via al 30mo anno accademico.
“Siamo nati con un approccio reverse-based sulla ricerca e l’innovazione clinica, traslazionale e di base. Dalla nascita di una facolta’ dipartimentale di Medicina e Chirurgia integrata con il Policlinico, all’evoluzione nel secondo decennio con l’affiancamento di una facolta’ dipartimentale di Ingegneria. Nel terzo decennio, la facolta’ di Scienze e tecnologie per lo sviluppo sostenibile e One Health. Il motto con cui oggi diamo il via al nostro 30ennale ben esprime il modo di sentire e operare che ha portato fin qui l’Università Campus Bio-Medico di Roma e che ci guiderà nei prossimi anni” – ha aggiunto Guglielmelli .
“Il nostro progetto formativo e culturale, ispirato dall’insegnamento del Beato Alvaro del Portillo, mettere da sempre la scienza e la tecnologia al servizio delle persone. Proseguiamo con lo stesso entusiasmo e i valori che hanno caratterizzato questo ateneo sin dai suoi inizi. Vogliamo vincere la sfida della formazione integrale e laureare cittadini globali e futuri professionisti capaci di mettere la persona al centro.”, ha concluso Guglielmelli.
Campus bio-medico: il futuro è sostenibile
La Terra come “Casa comune” è stato uno dei temi affrontati nell’intervento della professoressa Marcella Trombetta, preside della facolta’ dipartimentale di scienze e tecnologie di Roma. “Il 4 marzo scorso e’ stata una giornata storica per la sostenibilita’ ambientale e la sicurezza dell’umanita’. 193 Paesi delle Nazioni Unite, dopo 20 anni di trattative, hanno firmato il “Trattato d’alto mare”. Un accordo che garantisce la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversita’ marina nelle acque internazionali .”
“Gli Stati Onu – ha inoltre ricordato Trombetta – si accorderanno quindi per la tutela di queste aree marine con azioni concrete per eliminare dal mare le gigantesche isole di plastica e i rifiuti presenti nei mari del pianeta. Oggi gli ecosistemi oceanici producono ben meta’ dell’ossigeno che respiriamo. Occupano il 95% della biosfera del pianeta e assorbono le piu’ grandi quantita’ di anidride carbonica del mondo. La loro tutela rappresenta una vera questione di sicurezza globale, oltre che un grave problema ambientale. L’approccio One Health ci chiede proprio questo. Lavorare insieme e rapidamente su problematiche come queste, considerando uomo, ambiente e mondo animale parti di un unico organismo connesso”.