L’inesorabile ciclone Freddy che sta attualmente colpendo l’Africa meridionale, ha ucciso oltre 100 persone in Malawi e Mozambico, da quando ha colpito il continente per la seconda volta nella notte di sabato 11 marzo. Sono quasi 100 le vittime nel solo Malawi, dove la città di Blantyre è stata particolarmente colpita. Lo ha comunicato l’Agenzia per le calamità naturali del Paese africano. “Il bilancio delle vittime, anche in altri distretti che sono stati colpiti nella regione meridionale, è salito a 99 ma prevediamo che il numero salga“, ha detto Charles Kalemba, commissario del Dipartimento per gli affari di gestione dei disastri, in conferenza stampa.
Le morti in Malawi includono cinque membri di una sola famiglia che sono morti nella cittadina di Ndirande di Blantyre, dopo che i venti distruttivi e le forti piogge di Freddy hanno distrutto la loro casa, secondo un rapporto della Polizia. Tra le vittime c’è anche una bambina di tre anni che è rimasta “intrappolata tra le macerie“, con i suoi genitori tra le persone dichiarate disperse, hanno aggiunto le autorità. “Sospettiamo che questa cifra aumenterà mentre stiamo cercando di compilare un rapporto nazionale dai nostri uffici di Polizia del sud-ovest, del sud-est e dell’est che copra le aree colpite”, ha detto all’AP il portavoce della Polizia del Malawi Peter Kalaya.
Gran parte dei danni subiti in Malawi sono nelle case costruite in aree proibite dalla legge, come nelle regioni montuose o vicino ai fiumi, dove si sta combattendo contro frane, inondazioni senza precedenti ed esondazioni. Il ciclone ha costretto il governo del Malawi a sospendere le scuole in 10 distretti nella sua regione meridionale “come misura precauzionale”. Il Presidente Lazarus Chakwera ha dichiarato lo “stato di disastro nella regione meridionale“, esprimendo “grave preoccupazione per la devastazione che il ciclone Freddy sta portando” in uno dei Paesi più poveri al mondo.
Il ciclone Freddy in Mozambico
Le autorità del Mozambico hanno riferito che da sabato cinque persone sono morte nel Paese a causa del ciclone. Freddy ha toccato terra l’11 marzo nel porto marittimo di Quelimane, dove ci sono segnalazioni di danni a case e terreni agricoli, anche se l’entità della distruzione non è ancora chiara. Le telecomunicazioni e altre infrastrutture essenziali sono ancora interrotte in gran parte della provincia della Zambezia, ostacolando i soccorsi e altri sforzi umanitari.
Il centro regionale di monitoraggio dei cicloni tropicali dell’agenzia meteorologica francese Météo-France a La Réunion ha avvertito che “le piogge più intense continueranno nelle prossime 48 ore”. Le province centrali del Mozambico e il Malawi sono state identificate come particolarmente vulnerabili ad “alluvioni e frane nelle aree montuose”. Freddy dovrebbe indebolirsi e tornare in mare mercoledì 15 marzo, secondo Météo-France.
Due landfall nell’Africa meridionale
Questa è la seconda volta che il ciclone Freddy, che sta causando distruzione nell’Africa meridionale dalla fine di febbraio, si è abbattuto sull’Africa continentale. Ha anche sferzato gli stati insulari del Madagascar e de La Réunion mentre attraversava l’oceano. Freddy si è rivelato un ciclone da record. Ha subito un processo di rapida intensificazione per ben sette volte (record) e ha la più alta energia ciclonica accumulata (ACE) mai registrata, ossia una misura di quanta energia un ciclone ha rilasciato nel tempo. Freddy ha registrato più energia nel corso della sua vita rispetto a un’intera tipica stagione degli uragani negli Stati Uniti.
Freddy si è sviluppato per la prima volta vicino all’Australia all’inizio di febbraio e ha viaggiato attraverso l’intero Oceano Indiano meridionale. È destinato a essere il ciclone tropicale più lungo mai registrato: l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha convocato un gruppo di esperti per determinare se ha battuto il record.