Tom Cruise, le Svalbard bloccano le riprese di Mission Impossibile

Bloccate le riprese dell'ultimo episodio della saga Mission Impossible in Norvegia. Le autorità non hanno dato il permesso per dozzine di atterraggi di elicotteri nell'arcipelago delle Svalbard
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Le riprese dell’ultimo film con Tom Cruise alle isole Svalbard diventano una ‘mission impossible’. Secondo quanto riporta il Guardian, i produttori dell’ultimo film della celebre saga hanno desistito dall’ottenere il permesso per dozzine di atterraggi di elicotteri nell’arcipelago artico protetto, a metà strada tra la Norvegia e il polo nord, dove gli orsi polari sono più numerosi delle persone. I creatori della seconda parte di ‘Mission: Impossible – Dead Reckoning’, in uscita nel 2024, hanno cercato di contestare la decisione del governatore delle Svalbard di negare loro i permessi di atterraggio per le riprese.

Le autorità locali hanno rifiutato il permesso per i 40 atterraggi di elicotteri su vari siti richiesti da PolarX, la società di produzione coinvolta, adducendo preoccupazioni per il disturbo alla fauna selvatica. Secondo l’emittente pubblica NRK, le riprese di alcune scene sono iniziate questa settimana alle Svalbard, con troupe sul posto e la nave PolarXplorer, che è stata noleggiata per la produzione, attraccata a Longyearbyen, la capitale de facto dell’arcipelago.

Mission impossible, in cerca di altre soluzioni

Cruise, che giovedì è stato fotografato per le strade di Longyearbyen, interpellato sulla questione dal giornale locale Svalbardposten non ha alimentato polemiche limitandosi a dire: “È meraviglioso essere qui”. A nulla è valso il tentativo della società di produzione di convincere l’agenzia per l’ambiente norvegese di ribaltare la decisione del governatore. “Siamo appena stati informati che il team di produzione del film ha presentato il reclamo alla nostra agenzia su questo argomento”, ha detto un portavoce dell’agenzia.

“La società di produzione ha detto di avere altre soluzioni. Non ci stiamo occupando del reclamo ora perché l’hanno ritirato. Volevano che la nostra agenzia ribaltasse la decisione del governatore, ma hanno ritirato la denuncia, quindi non so che tipo di soluzioni abbiano trovato”.

Il divieto di atterraggio

Il divieto di atterraggio, hanno riferito i media locali, si basava su una misura contenuta nello Svalbard Environment Act che richiede che il traffico sull’arcipelago “non danneggi o degradi l’ambiente naturale” né provochi “inutili disturbi alle persone o alla fauna selvatica“. Le Svalbard, che hanno una popolazione di 2.700 persone, ospitano un’ampia varietà di specie tra cui volpi artiche, foche barbate, trichechi, renne delle Svalbard, cinque specie di foche, 12 specie di balene e circa 3.000 orsi polari.

Le autorità locali hanno deciso che, data “la finalità di questi voli”, non si poteva concedere il permesso per l’atterraggio degli elicotteri, anche a causa del precedente che potrebbe costituire “nel contesto dell’obiettivo della limitazione del traffico alle Svalbard”. Sul caso è intervenuto anche il ministro per l’ambiente, Aleksander Øren Heen, rimarcando che “in caso di conflitto tra la protezione dell’ambiente e altri interessi, l’ambiente deve avere un peso maggiore”. 

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