“La sospensione delle attività elettronucleari e la chiusura degli impianti esistenti non ha annullato il problema della gestione dei rifiuti radioattivi. Ad oggi, ancora oltre il 70% dei rifiuti radioattivi risulta non condizionato. Le stesse attività di custodia in sicurezza delle dismesse centrali nucleari e degli impianti del ciclo del combustibile determinano una ulteriore non trascurabile produzione dei rifiuti. Nei prossimi anni, è previsto il rientro in Italia di rifiuti condizionati derivanti dal riprocessamento del combustibile irraggiato delle centrali. Prosegue ovviamente la produzione di rifiuti di origine non energetica come ad esempio da impieghi medico – ospedalieri e da attività di ricerca. Ad oggi non esiste né un deposito centralizzato per la raccolta dei rifiuti, né un sito di smaltimento definitivo per i rifiuti a bassa attività. La localizzazione del Deposito Nazionale per la sicurezza dovrà soddisfare tutta una serie di criteri geologici; fra i criteri di esclusione prettamente geologici (che permettono di scartare le aree che non soddisfano determinati requisiti per la tutela dell’uomo e dell’ambiente) vi sono le zone ad elevato rischio vulcanico, le zone ad elevato rischio sismico, le aree interessate da faglie e le zone interessate da dissesto idrogeologico (frane e alluvioni)”. Lo ha dichiarato, poco fa a Bologna, Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna, in apertura della Prima Conferenza Nazionale sulle procedure ed i criteri di localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi incluso parco tecnologico. L’evento è in corso di svolgimento presso la Sala “Marco Biagi”, presso il Complesso Baraccano al Centro Storico di Bologna. L’evento è organizzato dall’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna ed è il primo in assoluto in Italia.
Il ruolo dell’ISIN
Il direttore dell’Ispettorato per la Sicurezza Nucleare e Radioprotezione (ISIN), avv. Maurizio Pernice ha illustrato il ruolo e le funzioni di vigilanza e controllo attribuite all’ISIN in materia di sicurezza nucleare e radioprotezione a tutela della popolazione, dei lavoratori e dell’ambiente. A tal fine ha riassunto in particolare le attività poste in essere a supporto del Dipartimento della Protezione Civile per l’elaborazione del piano nazionale per la gestione di eventuali emergenze e la prevenzione e riduzione di eventuali conseguenze dannose.
Tra le iniziative più significative assunte in materia, il direttore ha sottolineato in particolare l’impegno messo in campo per il potenziamento della rete di monitoraggio e rilevamento della radioattività nell’atmosfera; sistema essenziale per far scattare tempestivamente, in caso di emergenza, le misure di tutela e previste dai piani della protezione civile. Pernice ha spiegato che è stato avviato il potenziamento della rete di rilevamento attraverso l’attivazione di moderne centraline ad altissima sensibilità in grado di cogliere anche le minime tracce di sostanze radioattive. Già due di queste stazioni sono state istallate, altre due sono in via collocamento in Sardegna e Piemonte.
A confronto sono alcuni dei massimi esperti del settore, come l’ ing. Mario Dionisi, Coordinatore tecnico del servizio rifiuti radioattivi di ISIN; il geologo, Domenico Calcaterra dell’ Università degli Studi di Napoli Federico II, Componente Commissione tecnico-scientifica di supporto all’attività dell’ISIN, il Geologo Vittorio D’Oriano, Componente Consulta ISIN; il Presidente dell’Ordine dei Geologi della Lombardia Roberto Perotti.