All’indomani della stagione delle piogge, da settembre 2022 al 12 marzo, le autorità del Perù hanno confermato che almeno 59 persone sono morte, altre 57 sono rimaste ferite, circa 12.200 sono state colpite in altro modo e 8 sono ancora disperse in 24 delle 25 regioni del Paese. “Dall’inizio della stagione delle piogge fino al 12 marzo, abbiamo 12.200 persone colpite, 59 morti, 57 feriti e 8 dispersi,” ha dichiarato Carlos Yáñez, capo dell’Istituto nazionale di protezione civile (Indeci), riportando anche “1.326 case distrutte e 3.173 inabitabili“. Tra i morti ci sono 2 bambini.
Il ciclone Yaku
Inondazioni e forti venti sono aumentati nelle ultime 72 ore e hanno colpito aree urbane e rurali nei dipartimenti costieri di Ancash, La Libertad, Lambayeque, Piura e Tumbes, al confine con l’Ecuador, hanno confermato le autorità. La situazione meteo è stata determinata dalla presenza di un “ciclone non organizzato” al largo della costa peruviana, nelle acque dell’Oceano Pacifico.
Secondo la Protezione civile, “il ciclone Yaku (acqua in quechua) è un fenomeno molto insolito, che causa un’intensificazione delle piogge nel Nord“. “Il ciclone Yaku si trova di fronte alla regione di Lambayeque e La Libertad e sta causando un aumento dell’umidità nella parte settentrionale del Paese, che produce queste intense piogge al Nord e al Centro,” ha spiegato Yáñez.
Lo spostamento del ciclone, che secondo il Servizio meteorologico peruviano (Senahmi) dista circa 500 km dalla costa peruviana, ha attivato un’allerta per forti piogge a Lima, dove le precipitazioni sono rare. Il presidente Dina Boluarte ha riferito che “400 distretti del Paese sono stati dichiarati in stato di emergenza a causa dell’impatto generato dal ciclone Yaku nel Paese“.