Emergenza siccità al Nord: in Alto Adige mai così poca neve a inizio marzo, solo 3mm di pioggia in Veneto a febbraio

Siccità al Nord Italia: in Lombardia mancano due miliardi di metri cubi d'acqua, si va avanti con la gestione "cautelativa"
MeteoWeb

La siccità non molla la presa al Nord Italia. Dopo un difficile 2022, le regioni settentrionali sono ancora alle prese con le stesse criticità a seguito di precipitazioni scarse nel corso dell’inverno. In Alto Adige, sta per concludersi un inverno particolarmente avaro di neve. “Normalmente, le nevicate più abbondanti dell’intero anno si verificano a quote più elevate all’inizio di marzo, ma quest’anno siamo ai minimi storici“, spiega il meteorologo provinciale Dieter Peterlin. A Pennes, in Val Sarentino, attualmente ci sono appena 9cm di neve, ovvero il minimo storico negli ultimi 30 anni, dall’inizio delle misurazioni. La media pluriennale sarebbe di poco inferiore ai 60cm.  

Le previsioni però non annunciano grandi cambiamenti in vista dei prossimi giorni. “La prossima settimana potrebbe piovere un po’ di tanto in tanto, soprattutto mercoledì sera. Ma non saranno precipitazioni abbondanti”, commenta Peterlin.  

Siccità: 3 millimetri di pioggia a febbraio in Veneto 

In Veneto, a febbraio sono mediamente caduti 3 millimetri di pioggia; la media del periodo 1994-2022 è di 60. Gli apporti meteorici mensili sul territorio regionale sono pressoché nulli (-96%) e sono stimabili in circa 46 milioni di metri cubi d’acqua. Per ritrovare una situazione simile bisogna tornare al 1997, con 4 millimetri. Il dato emerge dal rapporto mensile sulla risorsa idrica in Veneto, stilato dall’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpav). In tutti i bacini idrografici della regione si riscontrano condizioni di elevato deficit pluviometrico, che variano dal -90% del Po al -98% di Adige, Lemene, e nella Pianura tra Livenza e Piave, Sile e Tagliamento.  

Nel mese, l’indice Spi che quantifica l’impatto del deficit di precipitazioni in diverse scale di tempi, delinea segnali di siccità “moderata” sulla provincia di Rovigo, sulla punta meridionale di quella di Venezia, sulla zona dell’alto Garda e su una fascia tra Bellunese, Vicentino e Trevigiano. Ma sul resto del Veneto mette in evidenza siccità “severa”, che diventa “estrema” in alcune aree del Veneziano. Per quanto riguarda i fiumi, alla data del 28 febbraio le portate “si mantengono ancora nettamente inferiori alle medie storiche su tutti i principali corsi d’acqua”. 

Per il presidente del Veneto Luca Zaia “è fondamentale tutelare le risorse idriche che abbiamo a disposizione e potenziare la capacità di stoccaggio negli invasi esistenti, mettendo in efficienza quelli penalizzati da masse di detriti, incrementare i sistemi di ricarica artificiale della falda e sfruttare la capacità che può assicurare la rete di cave dismesse in pianura. I dati ci dicono – sottolinea, commentando il rapporto Arpav – che possiamo parlare oggettivamente di emergenza perché lo dice la realtà, non perché si vogliono creare allarmismi”. Zaia aggiunge che “la Regione sta promovendo interventi e sta preparando un piano irriguo. Ma il problema non è solo di una regione ma comune; di fronte a quello che appare innegabilmente un cambiamento climatico è fondamentale una nuova visione, bisogna guardare a una strategia a livello nazionale, con la definizione di un piano straordinario che tuteli le nostre risorse idriche e indichi precisi interlocutori agli amministratori regionali e territoriali. In questa ottica – conclude – apprezzo la via presa dal Governo verso la nomina di un commissario”.  

Siccità, in Lombardia deficit di circa il 60% di accumulo delle acque  

Il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha presieduto questa mattina il Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica, al quale hanno partecipato le istituzioni e i rappresentanti degli utilizzatori delle acque. “È stata rappresentata la situazione di criticità che ormai ha raggiunto livelli di allarme con un deficit di circa il 60% di accumulo delle acque pari a oltre 2 miliardi di metri cubi di acqua. Tutti gli attori presenti, sia i gestori di bacino che quelli idroelettrici, compresa Terna (gestore nazionale del sistema elettrico) hanno espresso la disponibilità a una gestione coordinata degli invasi alpini e dei laghi per fronteggiare la crisi idrica”, ha commentato. 

Purtroppo – ha aggiunto Fontana – le scarsissime precipitazioni nevose, unite all’incremento della temperatura ed allo scioglimento nivale, non hanno consentito di recuperare il deficit. A livello regionale, rispetto allo storico del periodo, siamo passati, nell’ultimo mese, da -42,3% a -60%. E al momento le previsioni non mostrano segnali incoraggianti. Fortunatamente la regolazione attuata mediante una politica ‘cautelativa’ di limitazione delle erogazioni, proposta già a dicembre e richiesta formalmente a inizio febbraio, ha consentito di mantenere complessivamente le risorse stoccate nei laghi”. “Si è quindi deciso – ha detto ancora – di proseguire con la gestione ‘cautelativa’ della risorsa e prepararsi alla gestione delle acque nel corso della stagione irrigua. Verranno inoltre emanate direttive regionali per l’attivazione di licenze di attingimento da acque superficiali in condizioni di crisi idrica, nonché una disciplina specifica per concedere attingimenti di acque da cava. Sarà inoltre avviata una regolamentazione delle nuove concessioni di pozzi, sulla base della risorsa effettivamente disponibile”.  

Tra le azioni da intraprendere il governatore ha confermato l’attenzione per il Lago d’Idro. “Per questa stagione – ha detto – ci attiveremo per ottenere un innalzamento temporaneo del massimo livello di invaso e nel contempo proseguiremo nel reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione delle nuove opere di regolazione”. “Su quest’ultima azione – ha sottolineato Fontana – sarà sicuramente importante la figura del commissario nazionale chiamato a coordinare la cabina di regia del Tavolo interministeriale sulla siccità, che il Premier Meloni ha attivato nei giorni scorsi, accogliendo proprio una mia richiesta“. Il Presidente ha infine ricordato che il Governo ha prorogato lo stato di emergenza per Regione Lombardia con la Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2022, che sarà valido fino al 31 dicembre di quest’anno. È stato inoltre chiarito che non è possibile richiedere in maniera preventiva lo stato di calamità perché quest’ultimo viene “concesso solo nel momento in cui si registrano i danni dei raccolti”.

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