Il ghiaccio marino nell’Oceano Antartico mostra una grande variabilità, sia stagionale che interannuale. Il 21 febbraio 2023, l’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il suo minimo stagionale, 1.788 milioni di km quadrati, stabilendo un nuovo minimo storico dalla fine degli anni ’70. Il dato è stato registrato da uno studio, pubblicato sulla rivista Ocean-Land-Atmosphere Research, condotto dagli scienziati dell’Ocean-Land-Atmosphere Research (OLAR) e della State University of New York, sullo sfondo di estensioni di ghiaccio anormalmente basse dal 2017, soprattutto subito dopo il precedente record di 1.924 milioni di km quadrati nel 2022. Dopo il minimo del 2022, le forti ondate di caldo a metà marzo hanno portato grandi anomalie calde nell’Antartide orientale e nelle aree costiere, che hanno mantenuto l’estensione del ghiaccio ben al di sotto della norma climatologica di marzo (il 2° più basso mai registrato per il mese). Dalla fine di maggio, il ritmo della crescita stagionale del ghiaccio è rallentato drasticamente, in parte a causa di venti anomali da Nord-Nord/Ovest nei settori del Pacifico orientale, dell’Atlantico occidentale e dell’India centrale che hanno trasportato aria più calda e spinto il bordo del ghiaccio marino verso Sud.
Il ghiaccio marino antartico ha vissuto un evento raro: ha fatto registrare il valore il più basso mai rilevato per 3 mesi consecutivi (giugno, luglio e agosto). Da ottobre, lo scioglimento stagionale dei ghiacci ha mostrato un ritmo ben al di sopra del normale. In risposta a una più forte anomalia del riscaldamento stagionale, il declino del ghiaccio marino a dicembre è stato notevolmente accelerato. Questa accelerazione ha portato al secondo valore di dicembre più basso mai registrata, seguito dal più basso mai registrato per due mesi consecutivi (gennaio e febbraio 2023).
Il team di studiosi, guidato da Jiping Liu, ha valutato le osservazioni satellitari relative alla regione polare per stabilire le dinamiche che guidano la fusione del ghiaccio. Questo evento, hanno commentato gli autori, solleva la questione se tale cambiamento rappresenti una semplice anomalia o un primo precursore di una transizione verso un declino a lungo termine.
Diversi driver atmosferici associati alle modalità di variabilità climatica potrebbero avere contribuito al nuovo minimo record. In primo luogo, hanno spiegato gli esperti, alle medie e alte latitudini, nel 2022 si è verificata una persistente oscillazione antartica positiva, con un picco a settembre, novembre e dicembre. Questo ha portato a uno spostamento persistente verso Sud/Ovest nell’Amundsen Sea Low (ASL), che ha notevolmente ridotto il ghiaccio marino nel mare di Bellingshausen e ad Est della penisola antartica. Allo stesso tempo, nel 2022 la perturbazione tropicale chiamata La Niña ha esacerbato questi effetti, alterando la circolazione atmosferica. A differenza degli anni precedenti, però, negli scorsi mesi in Antartide si sono succedute anomalie diffuse di concentrazione negativa del ghiaccio marino. L’oceano globale ha assorbito la maggior parte del calore in eccesso e la temperatura media ha raggiunto un livello record. I venti occidentali circumpolari sull’Oceano Antartico hanno mostrato un’intensificazione verso i poli.
Questo studio, hanno sottolineato i ricercatori, mostra che il riscaldamento globale di origine antropica potrebbe guidare un’inversione della tendenza positiva a lungo termine a una negativa per le serie temporali dell’estensione minima del ghiaccio marino.
La riduzione significativa del ghiaccio marino antartico provoca un impatto profondo sul clima e sull’ecosistema locale, influenzando la stabilità delle piattaforme di ghiaccio, la stabilità della catena alimentare e la popolazione della fauna selvatica. Per tale motivo gli studiosi evidenziano che sono necessarie ulteriori ricerche per rispondere agli interrogativi ancora irrisolti e migliorare la comprensione umana di come il cambiamento del ghiaccio marino antartico potrebbe interagire con il più ampio sistema terrestre.