La mappa delle dipendenze comportamentali della ‘Generazione Z’ è affollata di insidie. E quasi 2 milioni di 11-17enni italiani risultano esposti. Oltre 1 milione e 150mila sono a rischio di dipendenza da cibo, quasi 500mila potrebbero avere una dipendenza da videogiochi mentre quasi 100mila presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da Social media. E proprio i teenager che presentano rischio maggiore sono quelli che maggiormente dichiarano di avere difficoltà a parlare con i propri genitori di cose che li preoccupano.
La fotografia emerge dal maxi studio ‘Dipendenze comportamentali nella Generazione Z’, frutto di un accordo tra il Dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri e il Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, presentato oggi con un convegno nella sede dell’Iss.
Generazione Z tra dipendenze e silenzi
L’indagine – realizzata con Explora ricerca e analisi statistica – ha focalizzato l’attenzione anche sulle caratteristiche dei ragazzi con un profilo di rischio (tratti di personalità; dimensione relazionale; contesto famigliare, scolastico e sociale; qualità del sonno) e comportamenti legati all’utilizzo di internet, quali sfide social (social challenges), doxing, sexting e morphing.
Il 2,5% del campione presenta caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media. Gli studenti a rischio nella fascia 11-13 anni hanno 10,1 volte in più di probabilità di avere una ansia sociale grave o molto grave e 5,5 volte in più di presentare un carattere di alta impulsività. E’ una dipendenza che spinge a frequentare compulsivamente canali social (Facebook, Instagram, Tik Tok, Twitch eccetera) in maniera incontrollata tanto da compromettere altri ambiti di vita quotidiana.
L’uso smodato dei social
I ragazzi nel mondo virtuale si misurano in sfide social che spesso vengono filmate per essere pubblicate, alcune sono divertenti ma altre sono molto pericolose.
Fra i comportamenti che espongono a rischi c’è il ‘doxing’ (diffondere pubblicamente online informazioni come foto, video o altri dati personali riguardanti una persona, di solito con intenzioni spiacevoli). Il ‘Morphing’, la tendenza a modificare la propria immagine utilizzando app per migliorare il proprio aspetto e nascondere eventuali difetti. Il sexting, l’invio o ricezione di messaggi, video e foto personali a sfondo erotico. E poi c’è il capitolo Internet gaming disorder: il rischio di disturbo da uso di videogiochi vede coinvolto il 12% degli studenti (circa 480.000 studenti italiani).
Videogiochi
Se sul fronte della dipendenza dai social sono le ragazze a prevalere, nel caso della dipendenza da videogiochi è il genere maschile il più colpito. Rispetto all’età, la percentuale di rischio maggiore di dipendenza dai videogiochi si rileva nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi a rischio, mentre il dato scende al 10,2% alle superiori.
I fattori associati sono la depressione moderatamente grave o grave, con un rischio di 5,54 volte maggiore nei ragazzi di 11-13 anni e 3,49 nei ragazzi 14-17 anni e un’ansia sociale grave o molto grave, con un rischio di 3,65 volte maggiore rispetto alla media nei ragazzi di 11-13 anni e 5,80 nei ragazzi 14-17 anni.
Il cibo
Fra le dipendenze comportamentali della Generazione Z, ha un peso molto elevato la Food Addiction. Il rischio di dipendenza da cibo coinvolge 1.152.000 studenti circa tra gli 11 e i 17 anni, di cui più di 750.000 sono femmine.
Chi presenta un rischio di food addiction grave nel campione 11-13 anni ha 11,62 volte in più la probabilità di avere una depressione moderatamente grave o grave. 6,55 volte di presentare una depressione moderata. 4,43 volte di presentare ansia moderata e 2,39 volte di avere depressione lieve.
Rapporto con i genitori
Lo studio indaga sul rapporto con i genitori e rileva che gli studenti di 11-13 anni con un rischio di Social media addiction dichiarano una difficoltà comunicativa nel 75,9% dei casi. Fra chi presenta un rischio di Internet gaming disorder la difficoltà comunicativa con i genitori viene dichiarata nel 58,6%. E nel 68,5% fra chi presenta una food addiction grave .
Tra i genitori che dichiarano di “non osservare problematiche nei figli legate all’uso rischioso dei videogiochi” c’è in realtà un 8,6% che presenta un figlio con rischio di gaming addiction. Addirittura, tra i genitori che dichiarano che il figlio “non gioca”, si riscontra il 3,7% di casi di ragazzi a rischio gaming addiction. Anche tra i genitori che “non osservano comportamenti di assunzione incontrollata di cibi poco salutari nei loro figlio” si ritrova quasi un 20% di ragazzi con food addiction. Di contro, tra i genitori che rilevano gaming addiction o dipendenza da cibo nel figlio c’è una sovrastima del problema.