Gli effetti dei cambiamenti climatici sul calo demografico dei caribù

Uno studio ha dimostrato che il cambiamenti climatico ha forti ripercussioni sui caribù e sulle popolazioni autoctone che si dedicano alla caccia
MeteoWeb

In un articolo di recente pubblicato sulla rivista Nature vengono esaminate le condizioni climatiche attuali del Polo Nord e le implicazioni sulle popolazioni autoctone e le mandrie dei caribù. I caribù, animali migranti dalla tundra sono ecologicamente e culturalmente importanti per il Polo Nord. Tuttavia, stanno diminuendo quasi ovunque nel nord America, probabilmente a causa della variazione delle temperature a causa del cambiamento climatico
e dalle attività umane intensive.

Eppure, l’interconnessione tra clima, caribù e il benessere umano non è stata studiata in modo esaustivo. Per affrontare questa lacuna,
questo studio si è concentrato su un indagine scientifica delle condizioni dell’Antartide. In particolare gli esperti hanno utilizzato come sistema ecologico di riferimento la popolazione dei caribù di porcospino.

Lo studio sul cambiamento climatico

L’analisi alla base di questo studio coinvolge 688 esemplari (nella stagione autunnale) e 616 esemplari (nella stagione primaverile). Contestualmente sono state condotte interviste sociologiche per oltre 9 anni continuativi con 405 cacciatori indigeni (nella stagione autunnale) e altrettanti 390 cacciatori indigeni (stagione primaverile) provenienti da 9 comunità locali.

Questo studio dimostra che i cambiamenti climatici in Antartide hanno avuto forti ripercussione sulla salute dei caribù. Va tenuto presente che le popolazioni delle comunità autoctone si dedicano quasi esclusivamente alla caccia di caribù.

L’approccio quantitativo di tale analisi intende chiarire esaustivamente le relazioni complesse tra ecosistemi e benessere umano nei luoghi che stanno risentendo maggiormente dei rapidi cambiamenti climatici, e mostra i benefici nel lungo termine di questo tipo di ricerca.

popolazione di caribù

Le popolazione dei caribù

Caribù e renne (entrambi chiamati in origine Rangifer tarandus, in seguito caribù) sono tra le specie ecologicamente e culturalmente più importanti che circolano nel Polo Nord. Essi formano ecosistemi proprio grazie alle particolari caratteristiche del loro pascolo, il calpestio, e in quanto animali cacciati da più predatori.

Essi, inoltre, formano sistemi sociali-ecologici singolari con molti esemplari presenti nell’Artico e nel sub-Artico, poiché si muovono a coppie. In questo sono analoghi all’uomo, in cui i sottosistemi sociali ed ecologici sono collegati a feedback reciproci e una forte interdipendenza. Per le popolazioni indigene costituite per la maggior parte da cacciatori, i caribù sono una fonte di cibo chiave e un animale importante a livello culturale e identitario.

La diminuzione del numero dei caribù in Nord America

Dall’inizio di questo secolo, la maggior parte delle mandrie di caribù del Nord America sono diminuite drammaticamente. Le popolazioni indigene e gli scienziati hanno a lungo documentato le fluttuazioni naturali di questi animali nella tundra. Il calo demografico dei caribù è conclamato. Esso si sta verificando in un contesto di rapidi cambiamenti climatici, in cui la forte industrializzazione generando forti preoccupazione per la sussistenza degli indigeni.

Gli effetti del cambiamento climatico sulle popolazioni di caribù sono state studiate da molti anni dagli esperti. Tuttavia, le complesse relazioni tra clima, caribù e il benessere dei popoli indigeni sono tuttora poco indagate. Questo a causa della mancanza di modelli concettuali che possano analizzare le cause e la complessità dell’analisi statistica che questi studi richiedono.

Il rapporto tra cambiamento climatico e salute delle mandrie

In questa ricerca è fondamentale l’analisi del contesto, delle cause di questo cambiamento, e dell’impatto di questa situazione sulle popolazioni indigene. Il rapporto tra cambiamento climatico e la salute delle mandrie di caribù richiede pratiche di intervento a lungo termine in sinergia con le comunità locali. Lo sforzo di questi studi è connettersi con gli equilibri stessi delle comunità locali.

Il benessere di questi animali è fondamentale per mantenere gli equilibri ambientali dell’Antartide. La dimostrazione delle conseguenze culturali dei problemi climatici e della biosfera di questa meta-analisi  motiva al monitoraggio degli spostamenti di questi animali e a realizzare pratiche di di gestione della caccia sostenibili. Esse devono  tenere conto delle condizioni ambientali e del comportamento di questi animali, nel rispetto degli equilibri culturali delle popolazioni locali.

Il legame tra clima, biosfera e uomo

I cambiamenti climatici e l’uso del territorio rappresentano
una minaccia alla biodiversità e ai mezzi di sussistenza tradizionali delle comunità locali. Uno studio simile da l’opportunità di impegnarsi nella ricerca, promuovendo il dialogo, la giustizia sociale e l’autodeterminazione delle comunità indigene.

Gli studi in corso presentano grandi sfide culturali per approcciare a popolazioni diverse da quelle europee per visione del mondo, lingua e priorità di vita. In questo contesto, questa ricerca ha individuato i meccanismi che collegano clima, caribù e abitudini delle popolazioni autoctone, al fine di soddisfare le esigenze culturali e i bisogni di sussistenza delle popolazioni di cacciatori locali.

Le popolazioni interessate dallo studio

Queste popolazioni ruotano intorno alla mandria di caribù di porcospino in un’area di oltre 250.000 km² nello Yukon (Canada), e nei territori nord orientali (Canada) e nell’Alaska nord-orientale (USA) (Fig. 1). In questa regione, forte nutrizionale, culturale e collegamenti spirituali ai caribù sono stati mantenuti nel corso dei millenni da diverse comunità, come i Gwich’in, Inuvialuit e Iñupiat e i loro antenati.

popolazioni caribù e comunità indigene nel Polo Nord

I caribù noti come Vadzaih (dai Gwich’in), Tuktu (dagli Inuvialuktun) e tuttu (dai Iñupiaq), rimangono una componente centrale dei sistemi alimentari locali. Queste popolazioni di caribù sono ca. 218.500, secondo dati del 2017 e l’unica mandria del Nord America che è notevolmente aumentata di dimensioni dal 2000. In Antartide si è registrato uno dei cambiamenti climatici più problematici sulla Terra, con temperature annuali che hanno registrato un aumento da 3ºC  a 3,5ºC nel periodo che va dal 1948 al 2016.

La pianura costiera dell’Arctic National Wildlife Refuge

Infine, le femmine di caribù nel parto e nel post-parto si trovano nella pianura costiera dell’Arctic National Wildlife Refuge (Alaska), una zona nota alle popolazioni di Gwich come Iizhik, Gwats’an, Gwandaii Goodlit’ (letteralmente tradotto “il luogo sacro dove inizia la vita”).

Il potenziale sviluppo di petrolio e gas nell’Arctic National
Wildlife Refuge è stata una fonte di dibattiti feroci a partire dal 1980.
I piani dell’amministrazione statunitense di mettere all’asta i contratti di locazione per lo sviluppo immobiliare nel 2021 hanno generato un senso di urgenza nel monitoraggio del trend demografico del caribù del porcospino.

Gli effetti del cambiamento climatico

Le condizioni della neve hanno un impatto sul movimento e la distribuzione della popolazione dei caribù e sulla loro distribuzione, sulla loro sopravvivenza invernale. Questo ha importante implicazioni anche sulla caccia da parte delle popolazioni locali. Inoltre, gli eventi climatici che hanno portato alla creazione degli strati di ghiaccio abbastanza spessi, tali da impedire l’accesso al foraggio (ad esempio, la pioggia gelida), hanno notevoli ripercussioni sulla popolazione dei caribù.

Per valutare l’influenza di tali condizioni climatiche sui caribù e sulla loro accessibilità al foraggio, sono state definite una serie di variabili stagionali. È stato, a tal proposito, costituito un database sul clima, denominato CARMA, utilizzando i dati del monitoraggio climatico quotidiano in epoca moderna.

I dati giornalieri per il monitoraggio climatico hanno tenuto in considerazione l’intervallo stagionale delle medie giornaliere specifiche per l’autunno (dal 16 agosto al 30 novembre), invernale (dall’1 dicembre al 31 marzo) e primaverile (dall’1 aprile al 31 maggio).

Il percorso di conferma dello studio

Nello studio sono analizzati il numero di giorni con neve, la velocità di fusione, la data di fusione e l’inizio degli eventi nevosi. E’ stata considerata la media delle temperature annuali e delle precipitazioni nevose con la variazione della formazione del ghiaccio.

Per ogni stagione di caccia analizzata (autunno e primavera), lo studio si concentra su un’analisi del percorso di conferma. In particolare lo studio indaga: i diversi indici climatici annuali, gli anni dello studio, la distanza mediana tra la popolazione dei caribù e la comunità autoctona, la disponibilità di caribù percepita dai cacciatori, la probabilità che i cacciatori possano andare a caccia di caribù e la probabilità che i cacciatori possano procacciare quanto corrisponde alle loro esigenze alimentari.

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