Per andare in Gran Bretagna servirà il visto, a pagamento

In futuro gli europei avranno bisogno di un visto per entrare in Gran Bretagna, a pagamento simile a quello già in vigore negli Stati Uniti
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In futuro gli italiani avranno bisogno di un nuovo permesso di ingresso per entrare nel Regno Unito. Secondo quanto si legge sul sito del governo britannico. Si tratterà della registrazione al sistema ETA, ossia l’Electronic Travel Authorization a pagamento. Servirà a tutti gli stranieri, europei compresi, adulti e bambini, per entrare nel territorio britannico sia per turismo che per lavoro, anche per brevi periodi.

La domanda si potrà fare on line e dovrà essere approvata dalle autorità del Regno Unito. La risposta del governo britannico, arriverà in pochi giorni o addirittura qualche ora via e-mail. Dovrà, quindi, essere presentata insieme al passaporto al momento del passaggio al confine. I viaggiatori non possono rimanere nel Regno Unito dopo la scadenza dell’autorizzazione e possono svolgere solo attività consentite dall’ETA mentre si trovano in Gran Bretagna.

Programma ETA

Attraverso il programma ETA, si legge sul sito ufficiale, le forze dell’ordine britanniche potranno prevenire e combattere meglio reati gravi come il furto di identità e il controllo dei documenti automatizzato sarà più veloce. I brevi tempi di elaborazione, aggiungono, consentono anche agli italiani di pianificare viaggi last minute in quanto possono presentare domanda solo pochi giorni prima della partenza.

Gli Stati Uniti hanno uno schema simile, l’Electronic System for Travel Authorization (Esta). Come per l’Esta, il visto si potrà chiedere on line. La maggior parte dei visitatori farà domanda tramite un’app e riceverà una risposta rapida. Una volta in possesso dell’Eta, i visitatori potranno entrare nel Regno Unito per un periodo di due anni, senza dover rinnovare il visto. Il governo non ha specificato quanto costerà. Dopo il lancio iniziale, destinato ai visitatori provenienti Qatar, lo schema sarà aperto da febbraio 2024 ai visitatori del resto degli stati del Consiglio di cooperazione del Golfo e della Giordania.

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