“L’uso del suolo e, in particolare, la deforestazione, rappresentano la seconda fonte di emissioni di anidride carbonica dopo i combustibili fossili, per cui una corretta gestione di queste realta’ e’ fondamentale per affrontare l’emergenza climatica”. A sottolinearlo all’AGI Lucia Perugini, Senior scientific manager presso il Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) e delegata italiana nella sessione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). “Le foreste – continua l’esperta – costituiscono uno dei pochi attori positivi in grado di assorbire direttamente significative quantita’ di anidride carbonica dall’atmosfera. Per tale ragione gli ambienti verdi rappresentano un importantissimo stock di carbonio che deve essere preservato”.
Nell’ultimo rapporto dell’IPCC, pubblicato ieri alla vigilia della Giornata internazionale delle foreste, il ruolo degli ecosistemi forestali viene considerato un elemento di rilevanza fondamentale in ambito di mitigazione del clima, assorbimento di gas climalteranti e riduzione delle emissioni.
Il contributo delle foreste
“Nel 2019 – aggiunge Perugini – e’ stato pubblicato un rapporto speciale dell’IPCC che affronta in generale il potenziale degli ecosistemi nel ciclo del cambiamento climatico, considerando quindi le foreste, l’agricoltura e una serie di fattori ad essi correlati”. Un aspetto rilevante, osserva la scienziata, riguarda la difficolta’ oggettiva di misurare il contributo delle foreste in questo senso.
“Quantificare tutte le componenti che influenzano l’assorbimento di anidride carbonica e’ un compito davvero complesso – sottolinea – proprio perche’ ci sono molti elementi e numerose variabili da considerare. Il suolo, i rami, il tronco, le radici la lettiera devono infatti essere tenuti in considerazione nelle stime del potenziale di assorbimento ed emissioni associati alle foreste. Allo stesso tempo e’ molto difficile valutare in che modo la variabilita’ interannuale e gli eventi climatici come la siccita’, le precipitazioni estreme o le ondate di calore, possano influenzare le dinamiche di stoccaggio del carbonio”.
“Per questo – conclude Perugini – e‘ importante usufruire di informazioni integrate che possano ricostruire il quadro completo degli scambi e degli assorbimenti di gas a effetto serra, in modo da ridurre il livello di incertezza che caratterizza le misurazioni legate agli ecosistemi forestali. Solamente comprendendo queste dinamiche possiamo elaborare strategie efficaci per una gestione corretta delle foreste e affrontare l’emergenza climatica con gli strumenti adeguati”.